
Come nasce l’avviso del «probabile arrivo» a Marradi degli immigrati? E il numero, 60 (sessanta), da dove viene? «Storia non confermata e non riscontrabile. Cifra di pura fantasia. Non saprei dire altro». Il sindaco, Tommaso Triberti, taglia corto. E come scritto in un post su facebook qualche giorno fa, smentisce (di nuovo) la notizia rimbalzata nelle cronache locali grazie a un’interrogazione presentata dal capogruppo di Forza Italia dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello, Mauro Ridolfi. Che vive e lavora a Marradi. La Prefettura di Firenze aveva negato l’imminente collocazione di immigrati nell’ex-albergo di Lamone. E oggi – definitivamente – torna a farlo con Ok!Mugello: niente arrivi in programma, dicono dagli uffici di via Cavour. «Il Mugello - sottolineava Triberti nel post - partecipa all’accoglienza dei profughi nell’area metropolitana fiorentina con una gestione a livello territoriale e lo sta facendo ben oltre le quote di distribuzione concordate a livello nazionale da Ministero dell’Interno e Anci con una situazione tale da non poter sostenere eventuali ulteriori presenze». La faccenda, però, nasce dalla richiesta di un privato cittadino riguardo la possibilità di ospitare immigrati, per tramite di una cooperativa non locale. La procedura, infatti, vuole che non ci sia intermediazione tra privato e Prefettura: così il comune può essere scavalcato. E, come già accaduto, finisce col rimanere all’oscuro di tutto. Oggi a Marradi non vivono immigrati. Ed eventualmente azzardare cifre sarebbe sbagliato. Ma Triberti fa chiarezza: «Ho avuto modo di parlare con questa persona e di sentire le sue ragioni. C’è un interesse concreto da parte sua, ma per ora siamo a livelli di informazione. Nulla di certo. Detto questo, come amministrazione non siamo d’accordo sul tipo di scelta». Ecco il perché: «La gestione dell’immigrazione, a Marradi come del resto nel territorio, va fatta seguendo criteri precisi: non solo economici e non solo considerando i numeri della popolazione. C’è un tessuto sociale, una comunità di cui tener conto e non crediamo che l’azione privata sia la soluzione migliore in questo senso». E poi: «Non è solo questione di accoglienza. Certo, io non posso, come sindaco, imporre niente a nessuno. Ma avremmo preferito essere avvisati in via preliminare. Vedremo cosa succederà». E per ora, caso chiuso.
Paolo
Senza l'interrogazione di Mauro Ridolfi nessuno avrebbe saputo cosa sta succedendo ....Come mai? Anche al Sindaco che non sapeva, sembra che l'iniziativa di Ridolfi abbia fatto bene ed ha potuto verificare che la coop ed il privato sono pronti ad accogliere...