
Paolo Bartolozzi (di Rufina, che è stato Parlamentare Europeo dal 2009 al 2014 per Forza Italia) invia alla redazione di OK!Mugello questa riflessione su immigrazione e Ius Soli:
La sinistra sulla questione dell’immigrazione, come spesso le capita, ha scambiato il problema per la soluzione. E’ passata dalla realtà all’illusione, per finire alla soggezione. Prima ha negato l’esistenza del fenomeno, poi ha sostenuto che era salvifico perché gli extracomunitari ci avrebbero pagato le pensioni e avrebbero fatto i lavori che non vogliono fare gli Italiani, infine si è resa conto della realtà e con il nuovo ministro dell’Interno sono state messe in campo politiche restrittive. Ma perché non è stata fatta prima questa politica, visto che anche i precedenti governi erano tutti a guida PD? Forse prima si doveva garantire un business a qualche organizzazione economico sociale? Il problema è che questo business è costato all’Italia circa 12 miliardi di euro in 3 anni, dal 2014 al 2017, finanziati con l’aumento del debito pubblico, come scritto nel documento programmatico di bilancio del Governo del 2017. Adesso dunque anche se è mutata la politica in tema di immigrazione, e sono state attuate in parte le proposte del centro-destra, resta comunque il costo che ha gravato in questi anni sui cittadini Italiani e soprattutto sui nuovi milioni di poveri del nostro paese che sono stati trascurati nelle scelte del governo. Da parte delle sinistre si continua a sostenere il disegno di legge in tema di “Ius Soli”, volto ad ampliare i casi di acquisto della cittadinanza italiana per coloro che nascono nel territorio italiano da genitori entrambi stranieri. Nonostante questo momentaneo slittamento, alla luce dell’intenzione manifestata da parte di esponenti del governo e del PD di approvare comunque questa legge entro la fine della legislatura, è importante continuare ad opporsi a questo provvedimento, che avrebbe solo effetti dannosi per il nostro paese. Per comprendere i problemi che deriverebbero dall’approvazione di questa legge occorre chiarire come in Italia fino ad ora in base alla legge attualmente in vigore in tema di cittadinanza, approvata nel 1992, chi nasce sul territorio italiano da genitori entrambi stranieri può chiedere ed acquisire la cittadinanza italiana dopo aver compiuto 18 anni, se dimostra di aver risieduto in Italia legalmente ed ininterrottamente fino a quel momento. Diversamente con la nuova legge, approvata alla camera ed in attesa di essere discussa al Senato, si vogliono introdurre nuovi e più ampi casi di acquisto della cittadinanza a prescindere dai requisiti sopra citati e dal compimento della maggiore età. Infatti, se la nuova legge fosse approvata in via definitiva, per diventare cittadini italiani ai minori stranieri nati Italia da genitori entrambi stranieri basterebbe frequentare la scuola nel nostro paese per cinque anni, facendo ad esempio un ciclo scolastico come le scuole elementari, oppure sarebbe sufficiente essere nati in Italia da genitori stranieri se almeno uno di loro ha un permesso di soggiorno di lungo periodo e risulta residente legalmente in Italia da almeno 5 anni, a prescindere dal raggiungimento della maggiore età come invece prevede la legge attualmente in vigore. A mio modo di vedere invece per essere cittadino italiano chi è straniero deve innanzi tutto comprendere ed abbracciare i principi generali della nostra Costituzione, deve aver consapevolmente accettato il principio di separazione fra Stato e religione, che purtroppo è invece rifiutato in molti paesi di religione musulmana, nonché aver rigettato il diritto teocratico. Da secoli le organizzazioni politiche europee si compongono di tre elementi che non possono esistere l’uno senza l’altro: patria, nazione e Stato. La patria è dove riposano le ossa dei genitori, la nazione è storia, lingua e cultura, lo Stato è la sovrastruttura politica. La cittadinanza dovrebbe essere il risultato della combinazione di queste tre componenti di base. Come aveva sottolineato il Professor Sartori, la proposta volta ad ampliare i casi di acquisto della cittadinanza per “Ius Soli” è veramente irresponsabile, perché lo Stato ha difficoltà a trovare una sistemazione agli immigrati che arrivano in Italia, alla luce anche dei fatti di cronaca sempre più frequenti e l’approvazione dello “Ius Soli” sarebbe di fatto un incentivo all’aumento dei flussi migratori verso il nostro territorio. Inoltre il noto politologo considerava di estrema gravità l’ipotesi di concedere con questa facilità tutti quei diritti che connotano l’acquisto della cittadinanza, si pensi al diritto al voto, in un momento storico nel quale è aumentato il numero di italiani che vanno all’estero per cercare lavoro: in questo modo infatti il rischio è che nel lungo periodo si condanni l’Italia alla scomparsa della propria cultura e della propria identità. Se l’Italia adottasse questa legge sullo “Ius Soli” spalancherebbe infatti la sua già malandata porta d’ingresso ad una ondata migratoria di provenienza principalmente africana, ma anche da tutte le zone confinanti, che sarebbe l’equivalente di uno tsunami umano di proporzioni bibliche con effetti disastrosi. Il nostro paese non ha attualmente alcun bisogno di mano d’opera a basso costo, ha al contrario bisogno di dare a molti italiani in cerca di occupazione un lavoro che sia degno degli standard salariali europei. È giunto il momento di dire basta alle politiche di governo della sinistra, sempre volte ad occuparsi degli altri anziché a prendersi cura degli interessi degli italiani, visto che questi ultimi si trovano sempre più in difficoltà, come certificano i dati dell’ISTAT in base ai quali ormai il 28,7% degli italiani vive sotto o al limite della soglia di povertà. On. Paolo Bartolozzi