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L'eolico e la 'neve nera'. La lettera del Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano

Un intervento in redazione

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Eolico Eolico © N. C.
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Alcuni estratti di una lettera in redazione da parte del Comitato per la tutela del crinale mugellano:

QUANDO I POLLI AVEVANO I DENTI E LA NEVE CADDE NERA...
... bimbi state bene attenti, c’era allora c’era c’era... Così esordiva Guido Gozzano nel meraviglioso grande libro blu di Fiabe, il mio preferito di quando ero bambina. Mai più mi sarei aspettata di dover rispolverare quel vecchio, ma sempre meraviglioso incipit dopo quasi 60 anni di vita e in particolare per dare avvio ad un discorso su ambiente, energia e paesaggio, su chi lo difende davvero e su chi lo vuole deturpare, in nome di una “salvezza” che di salvifico non ha proprio niente (...).

Certo non siamo noi cittadini di un comprensorio limitato della Toscana, che si estende a sud e lungo l’ Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo che va dal passo della Futa fino alle pendici del Falterona, un pò boscaioli, un pò agricoltori, un pò artigiani e artisti..(senza offesa, sia chiaro, per i nostri progenitori: Giotto, Beato Angelico, Benvenuto Cellini... per citare i più noti ai molti), che possiamo criticare la scelta tardo industrialista e cementificatrice di associazioni note a tutti e di livello nazionale come: Legambiente, il Fai, il WWF, tra le più anziane, o come Ecolobby tra le più giovani.

Le posizioni e poi le scelte in materia di energie rinnovabili, e di conseguenza d’impianti industriali per la loro produzione, verso cui queste associazioni si sono dirette e spesso sulle quali si sono arroccate, aborrendo qualsiasi pensiero libero, approfondito e comunque critico hanno veramente qualcosa di favolesco e fantastico, ma non nel senso più positivo del termine, anzi, diciamo meglio di mostruoso e incredibile, raccontano davvero brutte brutte storie!

La diffusione dell’eolico industriale a tutti i costi e ovunque, anche sui crinali delle montagne, è stata favorita dagli editti usciti dalla “bocca fiammeggiante” del Re Draghi, che ha eliminato (giusto in tempo prima che Mago Conte gli scagliasse l’anatema e lo facesse dipartire) tutta una serie di passaggi tecnici, di approfondimenti e di controlli ambientali (leggi V.I.A.) che la legislazione prevedeva a tutela dell’ambiente e del paesaggio italiani.

Tant’è che oggi, quest’inganno verde viene ora caldeggiato ampiamente e addirittura promosso dal fior fiore dell’intellighenzia ambientalista italiana. Ma questi signori, singoli e associati, non vedono che l’interesse. E il proprio interesse non è certo lo stesso di coloro che nelle aree naturali che vorrebbero industrializzare, ci vivono, lavorano, crescono i figli, si riposano e si distraggono dal lavoro, e parlo delle persone che abitano questi luoghi da sempre, ma anche di piante, alberi, muschi che qui hanno trovato il loro habitat ideale, di animali, mammiferi, artropodi, uccelli.. di acqua che scorre, di vita, nel suo complesso straordinario e denso di biodiversità.

Ormai sono rimasti soltanto pochi specialisti e storici dell’arte a difendere l’ ambiente, la natura e il paesaggio?

Ringraziamo Tomaso Montanari, Vittorio Sgarbi, Franco Tassi e tante associazioni
come Italia Nostra, la LIPU, il CAI, IDRA, Mountain Wilderness International, Amici della Terra, Altura, Pro Natura, GRIG, Atto Primo e potrei citarne molte altre, per il loro impegno nel combattere l’avanzare degli orrendi mostri, alti anche 170/200 m, che paiono palazzi, grattacieli di 40 piani e più, che sventolano, talvolta, quando c’è un pò di vento, si perchè i climatologi confermano come stia diminuendo in frequenza e intensità, nel nostro Belpaese.

Noi, per parte nostra, continuiamo imperterriti e continueremo fino alla fine a lottare:

NO EOLICO INDUSTRIALE SUL CRINALE DEL GIOGO DI VILLORE E CORELLA

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Commenti 2
  • Piero Mazzinghi

    Sono impianti industriali? Perché la centrale a carbone di La Spezia con cui attualmente accendete le vostre lampadine l’ha fatta un artigiano? E credete che gli spezzini siano contenti di respirare le sue emissioni? Non c’è più vento? Il capacity factor (la percentuale di funzionamento) di un impianto eolico sul crinale appenninico è 0,5 poco meno di quelli nel mare del nord (0,6) che alimentano quasi completamente la Danimarca. Solo che loro hanno buono tutto il mare del Nord, noi solamente i crinali. Toglietevi i paraocchi e considerate che l’eolico è la fonte di energia con il minore impatto ambientale. Se poi dovete ringraziare Sgarbi siete proprio messi male! Quello che dice Rufìna, non Rùfina...

    rispondi a Piero Mazzinghi
    lun 19 dicembre 2022 03:05
  • Piero Mazzinghi

    Rieccoci, la solita tirata su quanto sono brutte le pale. Come grattaceli di 40 piani. E allora perché non avete detto nulla del palazzo di giustizia di Firenze? Solo 70 metri, ma il quinto edificio più brutto del mondo. E delle antenne TV e dei telefonini, dei tralicci elettrici, delle piste da sci e il relativi impianti di risalita che abbattono interi boschi, per poter scivolare leggiadramente senza fatica sulla neve sparata dai cannoni?

    rispondi a Piero Mazzinghi
    lun 19 dicembre 2022 03:05