16 APR 2025
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Giorno del Ricordo, quello sconosciuto. Giannelli (Istriani) parla di 'oblio culturale'

Ce lo invia Giampaolo Giannelli.

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La nota in redazione di Giampaolo Giannelli, Coordinatore regionale per la Toscana dell'Unione degli Istriani:

Nello scorso week-end ho avuto una coversazione imbarazzante, con una cara amica che di professione fa l'insegnante. Volevo informarmi su quelle che erano le iniziative portate avanti nel suo comune per il 10 febbraio, Giorno del Ricordo. Lei mi risponde candidamente "perchè il 10 febbraio? Il Giorno della Memoria è il 27 gennaio. Perchè dovrebbero fare qualcosa in un'altra data?

A quel punto, stupito dalla sua risposta, Le chiedo se conosce o meno la legge n. 92 del 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo. La risposta negativa mi lascia basito. Ma confrontandomi con altre persone, mi sono poi reso conto della drammatica realtà.

Il lungo oblio politico, che ha portato alla istituzione del Giorno del Ricordo solo nel 2004, si è accompagnato ad un preoccupante oblio culturale, sociale, formativo, che pervade le scuole e vari strati del tessuto italiano. E' il momento di dare finalmente uno stop a quelle correnti di revanscismo storico che tentano ancora la carta del giustificazionismo, se non del negazionismo.

Ma è, soprattutto, il momento di far si che finalmente si porti a conoscenza il dramma vissuto dai nostri connazionali costretti all'esodo o alla morte nelle foibe ben al di là degli addetti ai lavori. Occorre un percorso formativo importante, socio-culturale, del quale tutti ci dobbiamo far carico.

Perchè l'ignoranza è la peggior nemica della verità storica.
Giampaolo Giannelli, Coordinatore regionale per la Toscana dell'Unione degli Istriani.

 

 

 

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Commenti 1
  • Eleonora d’aquitania

    Mi scusi ma se c’è una giornata della memoria per le foibe io vorrei una giornata della memoria per le donne uccise dall’inquisizione, una per le donne morte di parto, ecc ecc. non c’è nessun negazionismo. In realtà è la storia che è studiata poco ma gli storici conoscono benissimo le foibe così come conoscono benissimo quello che hanno fatto gli italiani in Istria dopo la prima guerra mondiale e i fascisti dopo quando a bastonate costringevano gli slavi a parlare italiano e a rinnegare la loro storia e il loro passato. Chi semina vento …..raccoglie tempesta.Forse contestualizzarlo farebbe bene al percorso socio culturale che lei propone ma non come memoria ma come storia. Cosa che quelli come lei non hanno alcun interesse a fare.

    rispondi a Eleonora d’aquitania
    mar 25 gennaio 2022 12:52