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Lega choc: scuola come Auschwitz. Perché quell’immagine crea tanta indignazione?

La pubblicazione dell’ingresso di Auschwitz con la dicitura ‘la scuola educa la libertà’ ha suscitato una forte ondata di sdegno in tutta Italia

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La foto della discordia La foto della discordia © Marcello Pamio
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Sdegno, riprovazione, orrore, indignazione, rabbia. L'immagine del cancello di Auschwitz con la dicitura 'la scuola educa alla libertà' suscita tutti questi sentimenti.

Il consigliere comunale della Lega a Borgo San Lorenzo Claudio Ticci domenica pomeriggio ha pubblicato l'immagine sul suo profilo Facebook per criticare la gestione della scuola da parte del Governo. Ormai il caso è diventato nazionale addirittura internazionale se si considera che l'Auschwitz Memorial (il museo del campo di concentramento) ha parlato della vicenda definendola 'una vergogna'. Claudio Ticci, invece, è diventato 'un altro bel giuggiolone della Lega' così come è stato definito dal giornalista de il Fatto Quotidiano Andrea Scanzi (Scanzi è il giornalista in assoluto più seguito sui social, è un po' la Ferragni del mondo della comunicazione).

Sono bastate poche ore perché la notizia uscisse fuori da Petrona e diventasse di dominio nazionale. Ma perché quell'immagine crea così tanta indignazione?

Auschwitz - nell'immaginario collettivo - è l'orrore degli orrori, è l'inferno in terra, è il punto più basso che abbia raggiunto l'essere umano. In parole povere 'è uno schifo'. Tutti sanno cosa vi è successo, si studia sui libri di scuola (cosa che avrà fatto senz'altro il consigliere Ticci). Auschwitz crea più rabbia e sdegno di altre tragedie umane perché è successo in casa nostra: nel mondo occidentale. Nel cuore dell'Europa, in Germania, laddove il raziocinio la fa da padrone. Non è accaduto in uno sperduto villaggio africano. E questo alimenta la riprovazione.

Gli esperti di comunicazione sanno che utilizzare Auschwitz per parlare di qualcosa di diverso da Auschwitz è totalmente inefficace: il nome del campo di concentramento viene utilizzato per descrivere stragi umanitarie. E' lecito dire 'l'Auschwitz delle carceri siriane' oppure 'l'Auschwitz dei villaggi di Boko Haram', ma non sarà mai lecito poter dire il contrario.

Ticci in uno dei suoi post ha spiegato che per risvegliare le coscienze occorreva un'immagine forte. E' vero, un'immagine forte conta più di mille parole però occorre saper scegliere l'immagine forte per veicolare ciò che si vuole esprimere. L'immagine di Auschwitz annulla qualsiasi altro concetto si voglia trasmettere. E' come quando un uomo parla con una donna che indossa una maglietta scollata e porta la quinta di reggiseno. L'uomo difficilmente riuscirà a concentrarsi su quello che dice la donna: è troppo distratto dalla scollatura. L'immagine scelta dal consigliere Ticci era sì forte, ma troppo.

In pochissime ore la questione ha fatto il giro del web. Ha avuto una risonanza imponente. Una strategia studiata ad arte? No, un semplice moto emotivo. In molti - compresa la sottoscritta - abbiamo pensato: "Sfruttare politicamente Auschwitz? Io non lo farei mai" oppure "A me non può succedere". La figuraccia in diretta nazionale di Ticci ci fa sentire migliori - almeno di lui -. Emotivamente parlando ci fa sentire in pace con noi stessi.

Merita infine una riflessione, sempre dal punto di vista prettamente comunicativo, il partito a cui appartiene Ticci. La Lega ha costruito il proprio successo elettorale riuscendo a dar voce ad una parte d'Italia che con la dissoluzione della Dc aveva perso il suo interlocutore politico: la classe media del Nord Italia. A forza di urlare 'Roma ladrona' i primi legisti sono entrati in Parlamento. Oggi la Lega non rappresenta solo il Nord ma una precisa fetta della popolazione italiana: operai, agricoltori, piccoli imprenditori; coloro che si devono fare i conti in tasca prima del 20 di ogni mese. E la Lega è riuscita a costruire una cornice comunicativa fortissima ed efficace: l'italiano è più povero e sta peggio di prima perché ci sono gli immigrati. E' vero? Non è vero? No, è sbagliata la domanda. Non importa a nessuno se è vero, l'immigrato - oltre a essere diverso e a incutere il normale timore che il diverso provoca nell'uomo sin dalla notte dei tempi - è diventato la spiegazione più plausibile alla povertà crescente del Paese. Nessun'altro ha fornito una spiegazione logica ed emotiva al malessere diffuso.

I leghisti per dire ciò non usano mezzi termini ma un linguaggio essenziale e sempre urlato. Anche Ticci ha urlato per cercare di criticare il ministro dell'istruzione pubblica Lucia Azzolina ma ha sbagliato su tutta la linea. Usando in modo improprio la foto di Auschwitz Ticci ha alimentato l'immagine per cui il leghista è un ignorante danneggiando non poco il partito che rappresenta.

Intanto in giornata la Lega Toscana scioglierà la riserva in merito agli eventuali provvedimenti che prenderà nei confronti del consigliere borghigiano.


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