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Museo archeologico Dicomano. Un lettore risponde a Lidia Giannelli, e ne ripercorre la storia.

Una lettera e un’esperienza in redazione. Ricostruisce il prezioso ruolo dei volontari.

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Il museo archeologico di Dicomano Il museo archeologico di Dicomano © N.c.
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Alla cortese attenzione della redazione di OK.Mugello una lettera in redazione: Sono un cittadino di Dicomano da oltre 32 anni. In questo lungo periodo ho cercato di inserirmi nel tessuto sociale del Paese. Come volontario della Misericordia che ho lasciato, mio malgrado, per raggiunti limiti di età; e contribuendo tutt'oggi all'affermazione del locale Circolo ANPI. Particolarmente, per molti anni, ho fatto parte del GAD (Gruppo Archeologico Dicomanese).

A lungo membro del suo Consiglio Direttivo, firmatario dello statuto davanti al Notaio e partecipando fattivamente, con la trau in mano, a campagne di scavo archeologico su siti etruschi, romani, medievali e rinascimentali dislocati in Mugello-Val di Sieve.Ho collaborato, come altri del GAD all'allestimento del Museo Archeologico Comprensoriale. Scrivo questo non per vanteria ma per far capire, a chi non mi conosce, che sono a conoscenza di quello che vado dicendo. Oggi non sono più associato al GAD. Non per mia scelta. Non sono quindi di parte.

Mi permetto di rispondere alla signora Giannelli (che conosco appena di vista) al fine di correggere alcune cose da lei affermate scorrettamente (qui la lettera di Giannelli pubblicata da OKMugello).

Il Museo Archeologico Comprensoriale, inagurato nel dicembre 2008 è frutto di un progetto della Regione Toscana, già vecchio allora di circa 30 anni e che aveva già portato alla realizzazione in molti paesi del Mugello-Val di Sieve di musei che mettevano in risalto le specificità del luogo. Tutti avevano quindi già fatto la loro scelta, rimaneva solo Dicomano al quale, grazie forse all'importante sito di San Martino al Poggio di Frascole, venne offerto di realizzare un museo archeologico.Proposta che fu accettata dall'Amministrazione Comunale di allora la quale mise a disposizione e adeguò alle esigenze una parte del palazzo comunale. 

Nelle primarie intenzioni  il museo avrebbe dovuto ospitare tutti i reperti rinvenuti nell'area geografica delle vallate della Sieve ed oltre. All'inizio è stato così poi la Soprintendenza Archeologica ha disposto diversamente. Il GAD non ha avuto e non ha parte decisionale o determinante, ha solo collaborato quando ne ha avuta la possibilità o la richiesta.

Dobbiamo tenere ben presente che la sede del museo è di proprietà comunale ma le collezioni che vi sono custodite appartengono allo Stato e, di conseguenza, dipendono dalla Soprintendenza Archeologica. E' vero, all'inizio la fruizione del museo era stata affidata dal Comune, con il benestare della Soprintendenza, ai volontari del GAD. Nel tempo, le normative di legge in merito sono notevolmente cambiate. Per continuare a gestire il museo, il GAD avrebbe dovuto modificarsi e dotarsi di una struttura amministrativa che avrebbe snaturato quella di associazione di volontari senza scopo di lucro. Per questo motivo rinunciò, motu-proprio, a farsi carico della gestione.

Non fu quindi  il Comune ad "espellere" il GAD. Questo è dimostrato dalle ottime relazioni che tutt'ora sussistono tra l'A.C. e il GAD, il quale, davvero, non ha niente di cui doversi lamentare e non credo che lo faccia. La signora poteva evitare di affermare questa scempiaggine. Le sarebbe stato sufficiente informarsi meglio.

Per il resto di quanto affermato dalla Giannelli devo concordare che una migliore pubblicità aiuterebbe sebbene, ormai da diversi anni, alcuni cartelli stradali posti all'entrata verso il centro del paese, indicano l'esistenza del muse. La manutenzione estetica dell'insieme è sinceramente carente e degradata. Qualcosa l'A.C. potrebbe e dovrebbe fare. ma solo esternamente.

Infatti, come già detto, le collezioni custodite sono gestite esclusivamente dalla Soprintendenza Archeologica. Il Comune, o chi da esso incaricato, non può neanche togliere la polvere dalle teche, ne cambiare una lampadina bruciata, tantomeno aprire le vetrine per fare un minimo di manutenzione.La signora che scrive dovrebbe poi specificare quali sono:"i luoghi abbandonati a se stessi o devastati con progetti che rincorrono tendenze che non porteranno nessun vantaggio alla collettività..."ecc. Onestamente credo che se ci sono luoghi e progetti del genere, la signora debba rinfacciarli all'A.C., specificando quali e dove sono, e non certo a chi ha a che fare con il museo e la sua gestione..

Una cosa ritengo importante sottolineare. Sono convinto che sia molto più corretto che a gestire un bene pubblico ci siano organizzazioni nominate con bando pubblico (peraltro obbligatorio per legge). In regola con le leggi fiscali e in grado di offrire personale scientificamente e culturalmente all'altezza del compito richiesto (cosa che il GAD non era in grado di fare). Il volontariato è una cosa meravigliosa ma dove e quando è possibile. Offrire lavoro ai giovani non è solo auspicabile E' OBBLIGATORIO!.

Vorrei ancora dire alla Giannelli che la Cooperativa che ha la gestione del museo è composta da persone giovani altamente qualificate, con lauree in storia dell'arte e dottorati nel settore. Sono altresì dotati personalmente  di ampia cultura che mettono volentieri a disposizione degli interlocutori, con particolare riguardo ai bambini.Non dico questo perchè ho qualche particolare interesse personale. Non non ho tra loro parenti, neanche lontani, neanche parenti di amici. La mia considerazione su di loro e sul loro operato è andata crescendo via via che prendevo parte ad eventi da loro organizzati.

Invito la signora a prendere parte alle manifestazioni che vengono da loro prodotte, potrebbero aiutarla a entrare nel vivo della questione e comprendere meglio.   

Per amor del vero, Silvano Salvadori

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