
Diamo voce alle ragioni dei cittadini riunitisi sotto la bandiera dell'Associazione Piazza della Vittoria. Lo facciamo pubblicando integralmente la nota che, Deanna Sardi, vicepresidente dell'Associazione ha voluto consegnare alla stampa, non sentendosi ancora in perfetta forma da poter rilasciare interviste dopo il malore avuto in Piazza della Vittoria il giorno dell'abbattimento dei pini. Ecco il suo testo.
"Quei pini, abbattuti fra il 17 ed il 21 febbraio erano sani e non costituivano un pericolo per la popolazione. Lo deduciamo dalle dichiarazioni rilasciate dall'agronomo Luigi Sani, in Pubblica Audizione tenutasi in Commissione Ambiente il 6 febbraio scorso in qualità di affidatario della Direzione operativa delle opere per l'esecuzione del progetto di riqualificazione di Piazza della Vittoria.
In tale consesso, di fronte a tutti i consiglieri del comune e del quartiere 5 e a una quarantina di cittadini molto attenti , il dott. Sani ha dichiarato che, in base ad analisi visive e strumentali, effettuate durante tale incarico, il risultato delle quali è riportato in una relazione inviata all'Assessore all'Ambiente, “i 36 pini di Piazza della Vittoria sono risultati tutti sani e non pericolosi” “ che essi sono addirittura in via di recupero in seguito all'eliminazione della processionaria e dopo aver subito potature irresponsabili”
Il dott. Sani ha altresì dichiarato che il motivo del loro abbattimento era dovuto a “opportunità di cantiere”. Tale relazione risulta fin d'ora ignota, in quanto non consegnata neppure ai consiglieri, i quali avrebbero potuto fare domande e controbattere in maniera più pertinente, durante l'Audizione.
Quando l'amministrazione renderà pubblica tale relazione in seguito a un formale accesso agli atti, già espletato, saremo lieti di
ritrovare in essa le dichiarazioni che il Dott. Sani ha rilasciato in pubblica assemblea.
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Come tutti potevamo constatare, la piazza non era in buone condizioni. Unica causa la mancata manutenzione e il colpevole abbandono, sia della parte arborea, che degli arredi, che della pavimentazione in asfalto e a prato, da parte delle ultime amministrazioni, a partire da 30 anni a questa parte.
Queste cattive condizioni non possono giustificare che una piazza, addirittura in centro storico, venga trattata come se fosse un bagno, per cui si demolisce l';esistente e si rifa nuovo partendo da zero.
A tale proposito ci domandiamo: in quale delle piazze rifatte ultimamente, Tanucci, Giorgini, Leopoldo, etc, escludendo Piazza
San Marco, l'amministrazione è ricorsa al sistema di “radere al suolo”?
Come non si giustifica l'incarico affidato al dott. Sani a novembre 2019, fra l'altro pagato lautamente, con il compito di effettuare costose perizie strumentali su piante il cui destino era già segnato quando il Progetto già licenziato da tempo e dove l'abbattimento delle 42 alberature era già irrevocabilmente deciso,
Ci sembra che l'agronomo sia stato chiamato a svolgere un compito molto simile a quello del medico del braccio della morte, incaricato di visitare i condannati alla pena capitale e che dopo averne certificato la buona salute li accompagna all';esecuzione.
L'amministrazione ha continuato a disconoscere che il Giardino,piantumato a Pinus Pinea tra il 1923 ed il 1929, diventato automaticamente di Interesse Storico Culturale ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n 42, Parte seconda, Tutela Art. 10, Sulla base del Regolamento Urbanistico Comunale del 3 giugno 2015 (vedi anche Piano Regolatore del 12 luglio 1993 in allegato) è per questo motivo oggetto di Restauro Conservativo , ovvero di ripristino dello stato storico dei luoghi.
L'amministrazione non ha tenuto conto delle richieste dei cittadini i quali nel 2018 hanno presentato un progetto di restauro conservativo, elaborato da due esperti di paesaggistica: uno storico, Mario Bencivenni e un architetto, Massimo De Vico Fallani . L'amministrazione ha ignorato 1250 firme autografe raccolte nel gennaio 2019 che chiedevano di salvare i pini;
Durante gli incontri avvenuti fra Associazione Piazza della Vittoria e assessori all'ambiente, Alessia Bettini prima e Cecilia Del Re poi, ha mantenuto un muro impenetrabile, trincerandosi dietro: vi ascoltiamo, ma il progetto non si cambia;
Il comune ha ignorato la Proposta di un Progetto Partecipato, depositata il 9 agosto 2019 , che si fondava su la Deliberazione comunale n. 54/2017: “Regolamento sulla collaborazione fra cittadine e cittadini con l'amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani”.
L'amministrazione ha potuto agire disconoscendo il proprio Regolamento Urbanistico Comunale del 3 giugno 2015, già citato,
in quanto il Progetto di riqualificazione ha avuto l'approvazione della Soprintendenza, forse ingannata dalla relazione in Progetto dove i pini, vengono descritti con “caratteristiche di scarsa vigoria, propensione al cedimento e basso valore estetico” Quindi da sostituire completamente con 68 nuovi esemplari.
Ma la Soprintendenza non si doveva esimere da un controllo maggiore del progetto, dove viene alterato non solo il numero dei pini da 130 ancora presenti secondo una rilevazione del 1997, a 68 esemplari, dove viene cambiato l'aspetto del piazzale, (originariamente in ghiaino con 4 aiuole disposte ai 4 angoli, l'asfalto risale al 1976 quando la piazza era stata trasformata in parcheggio scoperto) con resina colorata, dove si prevede una illuminazione a led (?), dove si aumenta il numero dei baracchini: esistenti: edicola, fioraio fontanello acqua, con la costruzione di un bagno chimico e di un gazebo in pali innocenti e tetto di lamiera grecata.
In un colloquio avuto durante l'estate del 2019, il Soprintendente riconobbe la tutela dovuta a Piazza storica e asserì che il taglio dei pini sarebbe avvenuto solo dietro perizia che avesse rilevato la pericolosità delle piante.
Il 6 febbraio, subito dopo l'Audizione pubblica, gli abbiamo inviato una pec per riferirgli le dichiarazioni del dott. Sani, in base alle quali avrebbe potuto chiedere subito una sospensione dei tagli e, in seguito a verifica della Relazione, revocare l'autorizzazione concessa il 30 novembre 2019.
Ancora nel Progetto si dichiara “la presenza di alberature che, per numero e portamento e stato di salute, non sono più adeguate a connotarla”; che “negli anni sono stati molti (come dimostrano i capitozzi a volte coperti dall’erba) i pini che sono o caduti da soli o, danneggiati e abbattuti dopo fortunali ed eventi atmosferici.” . Ovviamente affermazione non vera, perché, a parte un ramo spezzato durante l'eccezionale nevicata del 2010, non ci sono notizie di stampa o abitanti che lo possano testimoniare; che “ ci ostiniamo a tenere in vita, spesso con accanimento terapeutico, soggetti che non esprimono più le loro funzioni ambientali ed estetiche e che rappresentano un pericolo per la collettività”.
E ancora “Dovremo, anche nelle nostre città, fare un salto culturale e dopo 30-40-50 anni, a seconda della specie, sostituire gli alberi dei filari stradali, delle piazze, ecc.”
Nel Progetto di riqualificazione della Piazza c';è tutto il programma green di questa amministrazione. A dei tecnici, gli agronomi, che il comune ha affidato da qualche anno la gestione del nostro patrimonio arboreo.
Ma quando si tratta di una città d'arte, in cui il patrimonio arboreo è parte integrante e identitaria insieme ai monumenti che maglia;anno resa famosa in tutto il mondo, quando si deve gestire il cambiamento climatico con estati sempre più calde e si deve tenere a bada l'inquinamento, non basta essere validi agronomi per approcciarsi al bene comune dei cittadini che amministri pro tempore. Servono molte specifiche discipline. Riguardo al patrimonio arboreo, l'architettura del paesaggio e figure professionali come i giardinieri d';arte. Gli agronomi svolgano il loro compito, che è quello di valutare in maniera più esatta possibile la salute degli alberi a loro affidati, anche con l'aiuto di strumenti, che a detta degli stessi agronomi, non sono ancora del tutto affidabili. Del resto l'agronomia che tratta esseri viventi non potrà mai essere una scienza esatta.
Proprio per questo il tecnico deve usare tutta la sua esperienza ed essere cauto nelle diagnosi, spesso effettuate in pochi minuti. Come spiegare l'incarico affidato al dott. Sani a novembre 2019 a progetto già licenziato da tempo, dove l'abbattimento delle 42 alberature era già deciso, con il compito di effettuare costose perizie strumentali su piante il cui destino era già segnato?
L'agronomo come il medico del braccio della morte incaricato di visitare i condannati alla pena capitale e che dopo averne certificato la buona salute li accompagna all'esecuzione? Gli alberi cadono? Basta leggere le statistiche per sapere che la mortalità per caduta di piante è del tutto irrilevante, tale da essere posta agli ultimissimi posti..
Nel caso di un luogo storicizzato, la manutenzione continuativa è fondamentale, come è fondamentale considerare che il soggetto prevalente è la materia vegetale immessa nel tempo e perciò storicizzata, che non è mai sostituibile in modo casuale, in quanto conserva la tradizione e lo spirito del luogo.
Leggendo il Progetto di “riqualificazione”, si evince che, i pini dovevano essere abbattuti, indipendentemente dal loro stato di salute, per le attività di cantiere. Le attività di cantiere che avrebbero danneggiato le radici sono: il rifacimento della pavimentazione in resina (il restauro avrebbe richiesto il ripristino del ghiaino originario), la sostituzione dell';impianto di illuminazione a led (forse non adatto?) e soprattutto la costruzione di un pozzo per portare l';irrigazione ad ogni pino.
Qualunque “ignorante” sa che i pini sono alberi rustici che non hanno bisogno di essere irrigati, tanto più che i pini della Piazza usufruiscono di una falda superficiale formata dai rigagnoli, non regimentati nel Mugnone che scendono dalle colline sul versante est del Monte Morello.
L'amministrazione, che dovrebbe gestire il bene comune in modo tale da lasciarlo alle generazione future, ha titolo per “restaurare” e infatti è quello che i cittadini consapevoli hanno sempre chiesto a partire dal primo progetto del 2017. Dato che si tratta di Centro Storico Zona A e per questo, ipso fatto, sottoposto al D. L. 2004 sui Beni Culturali, il restauro è l'unica azione che doveva essere fatta.
Ma per favore non sbagliamo il termine “riqualificazione” con “restauro conservativo” che è altra cosa.
Dal 17 febbraio sono stati tagliati ben 23 pini sani e non pericolosi.Sono rimasti 13 pini che il dott. Sani ha dichiarato di voler conservare fino alla crescita dei “nuovi soggetti”.
Ne deduciamo quindi che, o questi nuovi “soggetti” saranno pini molto speciali perché, come lei ci insegna, la crescita del pinus pinea è molto lenta, o che i 13 pini che lei si impegna a salvare nonostante gli scavi durante il cantiere, resteranno con noi ancora per 20/30 anni, il tempo ritenuto necessario perché i nuovi pini svolgano piene funzioni, o almeno diano ombra.
Saranno rimessi pini di 4 /5 metri come i fideisti, concordi a priori con l'amministrazione, affermano pur senza aver letto il Progetto e senza considerare le norme di arboricoltura?
Ne dubitiamo perché più le piante sono grandi più diminuisce la loro capacità di attecchimento. I 68 pini saranno ripiantati direttamente nelle ceppe trivellate come al Giardino dell'Orticoltura dove degli 11 esemplari sostituiti in tale modalità, tre sono già morti?
Quello che l'Associazione tenterà ancora di ottenere, insieme a molti cittadini provenienti da altre parti della città, perché la attività svolte in questa Piazza hanno aggregato comitati diversi, è la conservazione dei 13 pini rimasti, sia per un fatto di utilità: per conservare un quadratino di ombra in estati sempre più torride (anche il fontanello sarebbe al sole); sia come ricordo delle piazza che fu, dell'amore di alcuni cittadini per gli alberi, di norme violate da chi ci dovrebbe amministrare e da chi dovrebbe tutelare.
Perciò il presidio e l'informazione ai passanti continua.
Dalia Lauriola
Concordo pienamente con questo articolo e sono assolutamente solidale.