
Su OK!Mugello un nuovo contributo del palazzuolese Gianfranco Poli: In tempi durante i quali la miseria era all’ordine del giorno, l’uccisione del maiale era sentita come una festa di abbondanza e in base al detto “del maiale non si butta via nulla” ogni sua parte era impiegata per confezionate alimenti.
Una delle prime preparazioni consisteva nel migliaccio, che permetteva l’utilizzo del sangue, una delle materie più deperibili dell’animale, che veniva prontamente raccolto e al quale veniva aggiunto un cucchiaio di sale per evitare la coagulazione.
Varie località hanno preparazioni con il sangue, dalle frittelle ai piccoli dolcetti, ma nessuna era composita come questa torta, che denota la sue peculiarità invernali. Difatti non vi è la presenza delle uova, sopperite nella loro funzione di collante dalla pappa con il pane e il latte, e il grande uso di frutta di stagione come mele e arance. Infine, la base sulla quale era adagiato il composto, era la pasta matta di artusiana memoria, fatta con un impasto di acqua e farina tirata sottile con il mattarello.
La ricetta e’ quella di Anna Tronconi (Annina 1883 // 1968), tramandatami dalla figlia Natalina Gentilini (1916 // 2015), mia nonna:
- 1 kg di mele gialle
- 2 arance
- 1 limone
- 3 cucchiai di cacao dolce
- 1 cucchiaio di cacao amaro
- 250 gr di zucchero
- 1 l di latte
- 250 gr di sangue di maiale
- pane raffermo q.b.
Gianfranco Poli