
Troppi inceneritori e discariche, l'appello di Geo Monterotondo: le amministrazioni facciano decidere ai cittadini il futuro del ciclo dei rifiuti.
In Toscana esistono più impianti per la spazzatura che chiese, 1249 contro 1012, una cifra che secondo il comitato ambientalista che da anni combatte contro l'azienda di compostaggio presente nel territorio comunale, è molto significativa.
Ora il gruppo lancia una sfida alla Regione Toscana, colpevole a suo parere di aver permesso a 50 imprese di gestire il ciclo dei rifiuti con solamente 10 province da soddisfare. Ecco la loro nota, che riceviamo e pubblichiamo:
«Un vero spreco - recita la nota - . È sintomatico che la parte da leone la facciano le pubbliche amministrazioni locali direttamente o indirettamente tramite le partecipate. Si tratta di molte migliaia di posti di lavoro creati in questo comparto come ammortizzatori sociali, e per l'elevato frazionamento aziendale con una pletora di posizioni dirigenziali, di responsabili, di consiglieri e di staff manageriale».
Il punto è che con il passare degli anni la quantità di rifiuti sta diminuendo quindi sarebbe il caso che cambiassero anche le regole base. «La carenza è oramai tale che in Regione vengono attuate disinvoltamente pratiche in contrasto rispetto alle leggi nazionali – continuano dal comitato di Monterotondo Marittimo - : si importano rifiuti urbani da altre regioni».
In poche parole adesso ci sono meno ricavi e il rischio più grande per il settore è che vengano realizzati nuovi impianti. Perché allora non lasciare decidere ai cittadini e perché non prendere la balla al balzo e promuovere la raccolta differenziata porta a porta in tutte le province toscane così da far diminuire anche i costi delle imposte sulla spazzatura da reimpiegare i lavoratori che oggi operano nel settore?
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