9 APR 2025
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27 giugno 1574, muore a Firenze Giorgio Vasari

Pittore, architetto, storico dell’arte e forse anche primo ‘ideatore’ del pettegolezzo...

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In foto un autoritratto del 1567 (Uffizi) In foto un autoritratto del 1567 (Uffizi) © Facebook
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Giorgio Vasari è stato una figura imprescindibile nel suo ruolo di primo vero storico dell’arte italiana, pietra miliare della nostra storiografia artistica e punto di partenza per ogni studioso che si avvicini all’arte italiana, da Cimabue a Michelangelo.
È noto che si sia preso diverse libertà nel raccontare le vite dei grandi artisti italiani e che non sempre il suo giudizio abbia trovato concordi gli studiosi attuali, ma senza la sua opera una parte sostanziale della storia dell’arte oggi non sarebbe la stessa.

Strettamente legato al territorio fiorentino e forse intimamente mosso da una visione campanilista (almeno sempre secondo alcuni critici) riservò grande attenzione agli artisti della sua terra fino a ipotizzare che solo i fiorentini siano stati autori del Rinascimento dal buio espressivo del Medioevo.

Giorgio Vasari però non è stato importante solo per suo trattato biografico, informalmente conosciuto come “Le Vite”, ma è stato anche un artista completo che ha lasciato un’impronta forte nel Manierismo toscano.

Come pittore, tra le sue opere più famose, ci sono gli affreschi del Salone dei Cinquecento (1567) e quelli della cupola del Duomo, mentre, nella sua veste di architetto, è senz’altro la Galleria degli Uffizi (1560) la sua opera più importante. Da non dimenticare però le sostanziali modifiche alla struttura di Palazzo Vecchio e di Palazzo Pitti e la costruzione dello splendido Palazzo della Carovana (1564) a Pisa e del loggiato di Piazza Grande ad Arezzo.

Fu poi un uomo veramente poliedrico di cui è poco conosciuta, ma certo non meno interessante, la sua attività di regista nell’ambito dello spettacolo. Vasari curò infatti la realizzazione scenografica dei grandi eventi della vita mondana medicea, creando così i presupposti per il primo teatro da sala.

Tra le sue tante innovazioni ci piace sottilineare, in modo scherzoso e un po’ provocatorio, come possa essere stato anche l’ideatore del pettegolezzo. Vasari ci ha infatti raccontato, con dovizia di particolari, vita, arte, virtù e anche vizi, dei tre secoli d’oro dell’arte fiorentina, prendendosi diverse libertà nel raccontare i grandi artisti e affiancando, alle valutazioni più squisitamente artistico-stilistiche, dei dettagli che invadevano la sfera personale, come i particolari più intimi e piccanti.

L’illustre biografo ci ha così rivelato, in barba alle attuali normative sulla privacy che allora erano ben lungi dall’essere introdotte, le manie, le abitudini e i capricci di tutti i protagonisti, che oltretutto ormai erano già quasi tutti morti e non potevano certo protestare.

 

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