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Le 'Vie di Dante' intorno a Firenze

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sulle vie di Fiesole sulle vie di Fiesole © Met
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Fiesole e Bagno a Ripoli, sono oggi le due terrazze panoramiche su Firenze.
Comuni posti agli antipodi, l'una a nord e l'altro a sud, ai tempi di Dante Alighieri rappresentavano due territori ben diversi. Fiesole non era più la città di origine etrusca che per secoli aveva dominato l'area di passaggio dalla valle agli appennini, ma di quella nobiltà portava ancora i segni. Bagno a Ripoli era invece una delle 72 leghe, la Lega di Ripoli, che rappresentavano il contado fiorentino.

Questi due comuni hanno aderito a “Le vie di Dante”, progetto interregionale che, a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, vede coinvolti 36 comuni tra Toscana e Romagna, con capofila la Città metropolitana di Firenze. Un’offerta all’insegna dei ritmi slow tra cultura e natura, con molteplici eventi lungo l’arco del 2021.

Fiesole è citata più volte da Dante nelle sue opere, parlandone da due diversi punti di vista. Accusandone la popolazione nelle Epistole “O disgraziata progenie dei Fiesolani, barbarie punita ormai per la seconda volta! Forse quanto avete già saggiato vi incute troppo poca paura?” e nel XV canto dell'Inferno “Ma quello ingrato popolo maligno che discese di Fiesole ab antico, e tiene ancor del monte e del macigno”. Ma poi rievocandolo affettuosamente nel Paradiso nel XV canto “l'altra, traendo a la rocca la chioma, favoleggiava con la sua famiglia d'i Troiani, di Fiesole e di Roma” e anche nel XVI.

Bagno a Ripoli condivide con Fiesole le antiche origini etrusche. Un territorio vasto e ricco di bellezze naturali e culturali che grazie al progetto de “Le vie di Dante” potrà mettersi ulteriormente in luce.
A Bagno a Ripoli non mancano dunque le bellezze artistiche. A Ponte a Ema troviamo l'Oratorio di Santa Caterina, costruito in stile gotico nel corso del XIV secolo dalla Famiglia Alberti e restituito in tutta la sua bellezza nel 2009 dopo un lungo restauro.
Una menzione a parte merita lo Spedale del Bigallo, fondato nel 1214 sull'antica via Aretina. Nato come struttura per ospitare e rifocillare i pellegrini in transito, nel corso della sua storia è diventato prima monastero e poi diviso in abitazioni per i contadini della zona. Adesso la struttura, di proprietà comunale, funge da ostello e da sede per riunioni e meeting.

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