
Le riflessioni di Claudio Ticci, consigliere comunale Cambiamo Insieme e dottore forestale:
La scarsa sensibilità ecologica continua a correre lungo le strade del Comune di Borgo San Lorenzo che, senza nessuna analisi o progetto in merito deliberato abbatte parti o interi filari di piante che sfiorano il secolo di vita in paese e nelle frazioni.
Vero che è fastidioso (ed anche pericoloso) procedere, in passeggino o carrozzina, su un marciapiede pieno zeppo di buche e di radici affioranti, che fanno assomigliare il percorso ad una gara ad ostacoli e impediscono la fruizione anche ai disabili. Ma la colpa è di chi non ha fatto respirare le radici coprendole con cemento o asfalto o di chi ha capitozzato le piante negli anni. L’albero non è un pezzo di legno che può tollerare tutto.
Molti comuni, come Borgo San Lorenzo, arrivano all’eliminazione totale degli alberi (anche sani) per poi ripiantare magari in altre zone senza analizzare realmente i problemi. In tal caso si distruggono interi paesaggi culturali con danni alla comunità anche turistici ed ecologici difficili da rimarginare come ad esempio a Ronta.
Occorre ricordare che l’abbattimento di numerosi alberi per il rifacimento totale del tessuto urbano ha pure un costo per le casse comunali. Quindi, a mio avviso, trovare le soluzioni alternative può evitare inutile dispendio di soldi e devastazione del territorio, valutando attentamente i casi con competenza e professionalità, ma soprattutto ascoltando.
Visti i servizi eco-sistemici del nostro verde urbano è necessario sempre trovare delle soluzioni, preservando il giusto rapporto tra alberi, tessuto urbano e fruitori di aree pedonali.
È una situazione, questa, che si verifica sovente, specie laddove, al fianco dei manufatti vi siano collocate piante di alto fusto, magari preesistenti ai percorsi o marciapiedi stessi.
Come già evidenziato molte altre volte per Viale IV novembre, occorrerebbe, dunque, porre innanzitutto una maggior cura al momento della realizzazione delle opere e della messa a dimora di nuove piante, ponendosi ad una certa distanza dal fusto delle piante esistenti ma anche alle distanze giuste dalle case, deponendo dei teli antiradice e depositando, poi, sotto la pavimentazione, materiale poroso per creare una elevata porosità che possa favorire la penetrazione dell'ossigeno e scoraggiare i movimenti verso l'alto delle radici e aver ben nota l’espansione futura della chioma. Veniamo ai quesiti o dubbi più ricorrenti:
1- Ma gli alberi sono stati abbattuti perché malati o erano sani? No! Altrimenti ci sarebbero delle analisi visive o strumentali a corredo. Diciamo potenzialmente sani.
2- Quindi alberi in perfetta (o dubbia) salute che vengono eliminati perché le loro radici insistono su un marciapiede e creano sconnessioni oppure vengono visti come ostacoli alla realizzazione di cemento? Si, esattamente.
3- Ma gli alberi che benefici davano? Molteplici. Invece di guardare quanto un albero, in termini di benefici, ci può dare si vanno spesso a rimarcare i difetti creati dall’uomo negli anni.
4- Ma gli alberi sono pericolosi? E’ l’uomo che spesso rende gli alberi pericolosi poiché li espone al rischio malattie o agenti infettivi aumentandone la pericolosità . La natura non fa niente per essere pericolosa. Spesso la gente diventa dendrofobica a causa di un’errata comunicazione ondata sulla paura delle piante.
Ed è così che invece di trovare una soluzione tecnica che salvi gli alberi si è deciso di eliminare il problema alla… radice. Distruggendo esseri viventi vegetali (la promessa è stata quella di sostituirli?) e pazienza se ci metteranno anni a cresce e rimpiazzare quelli eliminati.
Una decisione del tutto scollegata con la cultura del rispetto dell’ambiente andata diffondendosi negli ultimi decenni e controproducente. La decisione dell’amministrazione borghigiana sembra dunque andare di pari passo con la continua sparizione di alberi, per altri motivi e di altro tipo o disparati, all’interno delle arterie del paese e nelle frazioni. Una triste conferma dell’ancora scarsa sensibilità verso la vita del patrimonio arboreo da parte della nostra Giunta.
Senza contare l’incongruenza di voler creare una ecologica ciclabile oppure abbattere una barriera architettonica attraverso l’assai poco ecologica eliminazione delle piante, di ignota salute, che le costeggiano. Ma tant’è.
Generalmente i comuni più saggi, per prevenire cause intervengono deliberando l'abbattimento di piante “problematiche” predisponendo prima un’attenta analisi della stabilità delle piante, dovute perizie e analisi strumentali per verificare lo stato fitosanitario. In seconda istanza procedono con l'eliminazione degli individui ritenuti malati o pericolosi. Non dimentichiamoci che tutti, anche i comuni, sono chiamati ad ottemperare alle disposizioni delle norme che disciplinano gli abbattimenti degli alberi, anche quelli pubblici o vincolati così come sono chiamati al rispetto delle norme sui vincoli vari, Soprintendenza docet.
Va detto subito che anche la soluzione del taglio delle radici non sembra però una strada percorribile poiché le piante potrebbero andare incontro a deficienze di stabilità (ripeto...riscontrate con analisi di tecnici abilitati) dovute ai mancati ancoraggi derivanti dalla rimozioni delle radice, con possibile cadute e pericolo per la cittadinanza.
La prima soluzione, dunque, è quella di gran lunga praticata anche a Borgo San Lorenzo, con buona pace degli amanti delle piante, ma con una grossa differenza: a Borgo non sono state fatte analisi accurate e delle singole piante, o perlomeno almeno a fronte di richieste atti non sono state fornite, che forse sarebbe pure peggio.
Ad ogni modo visto che sono stato sollecitato a fornire proposte come sempre provo a darle.
Le diverse soluzioni, le butto lì in modo estemporaneo, così come mi sono venute, potrebbero essere il cosiddetto uovo di Colombo, che consentirebbe di salvare le nostre amate piante e rendere nuovamente percorribile il manufatto danneggiato sia a Borgo come a Ronta.
Innanzi tutto un’analisi delle piante con metodologia VTA e strumentale che possa veramente indicare quali sono le piante potenzialmente sane o malate da un punto di vista fitosanitario e di stabilità.
Inoltre l’idea potrebbe essere quella di di collocare un manufatto di legno (vedi foto), a mò di ponte, sopra il vecchio marciapiede, scavallando le costolature laterali, e le radici affioranti, in modo tale da rispettare le radici delle piante affiorate, e di consentire, nel contempo, la percorribilità delle carrozzine e delle persone sopra il manufatto. Per altro si eviterebbe il costo di l'abbattimento delle piante, la rimozione delle ceppe e soprattutto il loro costoso smaltimento, con una soluzione moderatamente economica.. Si può fare!
Anche perché le piante che sono state fin’ora abbattute erano potenzialmente sane. Questa affermazione nasce dal fatto che NON sono state inviate a personale richiesta (e quindi viene da pensare che non siano state effettuate) VTA ed analisi strumentali come invece dovrebbe essere consuetudine fare.
La mia opinione e che se infatti gli alberi, previa analisi, oltre che numerosi benefici hanno creato qualche danno evidentemente occorre intervenire, ma trovando un equilibrio, salvando le piante per quanto possibile cercando di eliminare al contempo quelle "barriere architettoniche" che tanto sono decantate dalla nostra amministrazione.
Queste soluzioni permetterebbero di far convivere piante, persone diversamente abili e pedoni.
Se la sperimentazione poi funziona e piace potremmo continuare così in tutto il viale Giovanni XXIII ad esempio e poi dove necessita, tipo Ronta. Senza abbattere le piante “problematiche”, termine che mal si presta alla materia.
<<Una città senza alberi è morta>> Shigo – Fitopatologo
Claudio Ticci – Dottore Forestale
La riflessione di Marco Giovannini, Consigliere Comunale Movimento Cinque Stelle:
Giovannini M5S "Continua lo scempio sul verde pubblico"
Mi sono arrivate diverse segnalazioni in questo periodo di tagli e potature di alberi.
Difficile dimenticarsi il voto contrario della maggioranza quando presentai una Mozione per eliminare questo tipo di potatura dannosissima per gli alberi dalle pratiche usate a Borgo San Lorenzo.
Prima si capitozzano le piante esponendole a scottature, malattie e stress poi quando sono malate e deperenti pubblichiamo foto di cavità e funghi e le tagliamo perché sono pericolose. Spesso senza manco averle valutate attentamente.
Ma chi le ha fatte diventare malate, pericolose e deperenti?
La responsabilità è di chi anche oggi perdura nel trattare le piante in questo modo e poi le taglia gridando al pericolo.
A Borgo grazie a questa amministrazione si continuano a mettere in condizione gli alberi di ammalarsi o diventare pericolosi.
Non un bell'esempio per le nostre giovani generazioni.