
Privato sì, privato no. La variante alla strada regionale della Futa che il facoltoso imprenditore svizzero-argentino, Alfredo Lowenstein, ha posto come conditio sine qua non per avviare i lavori nel complesso della villa di Cafaggiolo (nei pressi di Barberino), ha riacceso gli animi in Mugello. Lowenstein, in tempi non sospetti, ha sostenuto di voler investire 170 milioni di euro per la costruzione di un polo ricettivo e sportivo di livello internazionale. Ma per farlo, vuole carta bianca. Il sodalizio con la politica locale (e non) si è stretto durante il viaggio a Miami dello scorso marzo, con una delegazione guidata dal vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini (oggi in attesa di riconferma), di cui facevano parte i sindaci di Barberino e Scarperia, Gianpiero Mongatti e Federico Ignesti, e l’assessore al turismo dell’Unione dei Comuni del Mugello, Cristian Menghetti. Accolti calorosamente alla FIU (Florida International University), l’incontro avuto nella residenza di Lowestein pareva aver dato via libera alla collaborazione tra il magnate e gli amministratori locali. Pur nel coro delle critiche che, dall’altra parte dell’Atlantico, nel Mugello, non cessavano. All’inizio di dicembre, il comune di Scarperia ha reso noto lo studio di fattibilità della strada, con l’ipotesi del progetto – non ancora definitivo – che si vorrebbe approvato entro la fine della primavera 2017. A ottenerlo sono stati gli abitanti di Poggio Fortuna (vicino Scarperia), in cerca di una copia del tracciato e pronti a dar battaglia in quanto la nuova strada interesserebbe il piccolo agglomerato. Un percorso di 2850 metri, tre nuovi ponti, viadotti, due nuove rotatorie e un tunnel artificiale di 150 metri. Obiettivo: allontanare il traffico dalla villa medicea, che arrecherebbe un danno economico alla nuova struttura. Promesse: centinaia di posti di lavoro, e una significativa ricaduta sul territorio in termini di turismo. Costo dell’operazione: secondo la Lowenstein Srl che ha commissionato lo studio, oltre 12 milioni di euro. Studio che pure non tiene conto di spese tecniche, oneri fiscali e acquisizione delle aree in questione (anche se, per quest’ultime, Lowenstein sarebbe già intervenuto). Inoltre per rassicurare l’imprenditore, e col Presidente Rossi in prima linea, la Regione Toscana ha messo sul piatto 9 milioni di euro. Ma la strada non sarà cosa facile: infatti non utilizzerebbe – così come concepita oggi – la vasta pianura ma salirebbe sul monte Beccai con pendenze del 6-7%. Passando alla sinistra della Sieve. E di qui la necessità, nel caso, di prevedere corsie preferenziali per superare i mezzi pesanti – stimati al 13% del totale della circolazione, circa 2500 al giorno. Ancora: a causa di curve e dislivelli, sarebbe un tracciato non adatto ad un’andatura veloce, con una media intorno ai 70 Km/h per quasi 23mila vetture giornaliere in una zona molto trafficata. Così, dall’associazione degli abitanti di Poggio Fortuna, è nato un comitato: rappresentato da Giusto Chiaracane e Piera Chiaracane. Fratello e sorella. Giusto Chiaracane, medico barberinese, ha promesso battaglia. «Secondo noi è una follia – ha detto alcuni giorni fa Ok!Mugello. Dal comitato lamentano – da una parte - la reticenza della politica locale nel confronto con la cittadinanza, mentre – dall’altra – il poco coinvolgimento nel dibattitto sull’opportunità e le modalità del progetto di Cafaggiolo, al netto delle parole. Già perché il comitato dietro le proteste, ha avanzato un paio di proposte: entrambe, escludono la salita nel monte, guadavano a una soluzione nella vallata, conterrebbero i costi e garantirebbero maggiore sicurezza. A Poggio Fortuna però non erano stati invitati alla Conferenza dei servizi sul tema, convocata il 9 e il 23 novembre e poi aggiornata. E con una nota del 23 novembre, infatti, ne avevano preteso la sospensione. Come dire: tutti dentro o tutti fuori. Ma la Regione alla fine non si è opposta: la Direzione urbanistica e politiche abitative della giunta regionale, infatti, ha accolto la richiesta di partecipazione del comitato. E, a data stabilita, aggiungerà un posto in più al tavolo. Così dice la legge, del resto. E per la precisione: la 241 del 1990, poi modificata con D. Lgs. 127/2016. D’altra parte, nella risposta inoltrata al comitato, si sottolinea come la Conferenza sia soltanto «propedeutica al finanziamento, da parte della Regione in favore dell’Unione dei Comuni del Mugello, del progetto di fattibilità tecnica ed economica di una variante alla strada regionale 65». Insomma, c’è da attendere; e per tirare le somme potrebbe essere presto. Anche se non ci sarà più solo un tracciato in ballo (quello di Lowenstein). E poi, che succede? Semplice: dopo la delibera della Conferenza, spetterà all’Unione dei Comuni mettersi sotto con la progettazione. Progettazione per cui la Regione sborserebbe 100 mila euro. Prevedendone in seguito 9 milioni, come detto, per la realizzazione. Tuttavia, il braccio di ferro tra le mire di Lowenstein su Cafaggiolo e chi vede, nello svizzero-argentino, un potenziale pericolo per il bene pubblico (se ci sarà), è lontano dalle fasi calde. Questo – a Ok!Mugello – ha confermato il sindaco Ignesti: che ha rimarcato «l’interesse generale» attorno alle scelte di Lowenstein e il suo appoggio all’iniziativa, non dimenticando, però, di «tenere in considerazione le voci del territorio, e le varie necessità». Certo, sedersi al tavolo, per il comitato, non significherà averla vinta. Giusto Chiaracane lo sa: e oltre ad aver contattato Legambiente (regionale e nazionale), e aver fatto intendere – tramite l’avvocato Federico Bagattini – la possibilità di un esposto in procura se le condizioni lo permettessero, non vuole tirarsi indietro. Anzi: presto - assicura - il comitato «Poggio Fortuna» crescerà. Per farsi sentire.
Cafaggiolo. Il comitato di San Giusto presenta presenta tracciati alternativi ~ OK!Mugello
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