17 APR 2025
OK!Firenze

Nasce il Comitato Territorio e Buonsenso di Ponte all’Asse – Signa

No al progetto che riduce il giardino pubblico e mette a rischio la sicurezza dell’area.

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Nasce a Signa il comitato Nasce a Signa il comitato © comitato Ponte all'Asse
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Il Comitato Territorio e Buonsenso di Ponte all’Asse a Signa chiede la modifica del Piano strutturale e del Piano operativo del Comune di Signa, affinché sia stralciato il progetto che prevede la drastica riduzione del giardino pubblico e la costruzione di un impianto privato per il padel, completo di bar e spogliatoi, all’interno di un’area soggetta a pericolosità idraulica molto elevata (P3) e vicina a un impianto di gas liquido, inserito nel Piano di Emergenza Esterna.

La nascita del Comitato è frutto dell’iniziativa spontanea di residenti e cittadini, preoccupati per il futuro del proprio territorio e determinati a tutelare uno spazio che rappresenta un’oasi verde, un presidio di sicurezza idraulica naturale e un luogo di socialità per l’intero quartiere.

Il Comitato Territorio e Buonsenso di Ponte all’Asse vuole dichiarare la propria sintonia con il Comitato omonimo del Crocifisso, con il quale condivide le critiche al Piano operativo attualmente in discussione: un piano che, secondo entrambi i comitati, non tiene conto della volontà dei cittadini. 

Ponte all’Asse è una piccola frazione del Comune di Signa, situata a pochi metri dal confine con Poggio a Caiano e separata da quest’ultimo solo dal fiume Ombrone. Nonostante l’espansione edilizia avvenuta negli ultimi trent’anni, l’area ha sofferto una cronica assenza di servizi e infrastrutture

Il giardino pubblico in questione è nato negli anni 90 su iniziativa dei residenti per evitare l’ampliamento di un deposito di materiali edili. Oggi, quel giardino rischia di essere cancellato da un intervento che, secondo il Comitato, non persegue alcun interesse pubblico e che espone la popolazione a nuovi pericoli ambientali e sanitari.

Il progetto prevede anche l’utilizzo del parcheggio pubblico esistente e si fonda su un’operazione urbanistica che prevede il trasferimento di volume da un capannone privato distante oltre 200 metri, per superare i vincoli imposti dalla classificazione idraulica dell’area. Una scelta, che – secondo il Comitato – compromette il delicato equilibrio idrogeologico della zona.

“Non possiamo accettare che un giardino pubblico, frutto dell’impegno di una comunità, venga sacrificato per un interesse privato in un’area dove, ad ogni allerta meteo, ci viene chiesto di abbandonare i piani bassi delle nostre case - dichiara Bettina Ziegler, portavoce del Comitato -. Vogliamo sviluppo e vivibilità, non cemento in una zona fragile e pericolosa”.

Il Comitato ha già presentato un’osservazione al Piano operativo sottoscritta da oltre cento residenti, un numero significativo per una realtà piccola come Ponte all’Asse, ed è pronto a nuove iniziative di informazione e mobilitazione sul territorio.

 Nella foto la zona allagata dopo le piogge e in una giornata primaverile

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