Uno strumento nuovo per Firenze, innovativo e come dice il sindaco Dario Nardella che l’ha presentato stamattina con l’assessore alla casa Andrea Vannucci, per certi versi rivoluzionario: si tratta della costituzione dell’Agenzia sociale per la casa, acronimo F.A.S.E. (Firenze: abitare solidale per l’empowerment di comunità).
Il nuovo strumento previsto dalle normative nazionali e regionali vigenti, coinvolgerà nella gestione la società in house Casa Spa, già ente gestore per il Comune di Firenze degli alloggi di ERP, per poter lavorare in stretta sinergia attraverso la direzione Servizi sociali, analizzando i bisogni abitativi della popolazione cittadina.
Potranno essere coinvolte anche quelle realtà pubbliche e private, che già si occupano del tema casa e che manifestano la volontà di mettere parte del patrimonio immobiliare da loro detenuto a disposizione per alloggi a canone concordato. Gli affitti saranno gestiti in conformità dei patti territoriali e sostenuti da appositi strumenti economici e finanziari, attingendo a un Fondo di Garanzia.
“Si tratta di uno strumento – dice Nardella – che va incontro a difficoltà pesanti legate alla questione abitativa. Dopo l’emergenza covid, questo problema si fa ancora più serio. Abbiamo deciso di prenderlo di petto con un progetto che è il più innovativo e ambizioso che una grande città italiana abbia mai messo in atto. Si tratta di svolgere un ruolo non più soltanto di erogatore di servizi e contributi, ma anche di protagonista nella dinamica dei rapporti fra proprietario e inquilino. I numeri da cui partiamo sono numeri importanti: in città ci sono quasi 10mila nuclei familiari che in un modo o in un altro vanno incontro a difficoltà legate all’abitazione. Non parliamo soltanto di nuclei familiari che sono in lista di attesa per quanto riguarda le case popolari, parliamo di migliaia e migliaia di persone che soprattutto in questi ultimi mesi si sono fatte avanti per ottenere ad esempio contributi straordinari per l’affitto, delle famiglie che chiedono di accedere ai contributi ordinari. Ricordiamo, 10mila nuclei familiari in questa città non riescono a fare fronte al problema legato alla casa, o perché non riescono a pagare il canone, o per altri motivi intervenuti, o non riescono neppure a trovarla, la casa adatta alle loro possibilità economiche”.
Un dato economico e sociale fondamentale è che gran parte di queste famiglie appartengono a quella che viene chiamata la “fascia grigia”, ovvero quelle persone che non hanno una situazione di indigenza così acuta da potere accedere ai bandi Erp ma che tuttavia non riescono ad arrivare alla fine del mese e che nel proprio bilancio famigliare vedono. come elemento di spesa più pesante, la casa.
Dunque, F.A.S.E. dovrebbe rispondere all’esigenza di mettere in campo uno strumento sociale innovativo e potente, alla necessità di intervenire direttamente aiutando da un lato l’inquilino dall’altro rassicurando il proprietario, a quella di mettere in campo “uno strumento efficace per aumentare la residenza nei nostri quartieri oltre all’imperativo d sostenere la fascia medio bassa con strumenti economici evitando il rischio dello scivolamento verso la soglia di povertà”.
“Non c’è un’unica soluzione per il problema abitativo – conclude il sindaco – ci vuole uno spettro di strumenti, perché il problema è sfaccettato. La delibera per far partire il piano è stata licenziata stamattina dalla giunta ed è intitolata a Giorgio La Pira. A distanza di 70 anni, Firenze vede nuovamente in campo una forte strategia che dà una vera e propria svolta al problema abitativo”.
Secodo quanto spiega l’assessore Andrea Vannucci, “gli strumenti messi in campo ci hanno consentito di raccogliere una enorme quantità di dati e di eseguire l’analisi della necessità, l’analisi dell’esistente, di quello che è lo stato della nostra città in un temaa ssolutamente centrale nella condizione di vita delle persone, di chi cerca attraverso la casa l’emancipazione anche del proprio nucleo familiare. Da questo punto di vista, abbiamo messo sul tavolo la lista di chi non riusciva a sostenere l’affitto, delle morosità incolpevoli, quello del bando dell’Osteria (60 nuclei familiari che avranno una casa ad affitto calmierato) la graduatoria dell’Erp. Tutto questo ci ha dato una base obiettiva dello stato della nostra città, oltre ai flussi di residenti in città forniti dall’ufficio di statistica. Ci siamo così resi conto che lo spettro di strumenti adottati dall’amministrazione, provvidenziali in certi casi, non sono sufficienti e che serviva uno strumento capace di adattarsi a una realtà che è molto complessa: vale a dire il rapporto fra proprietari e inquilini, un rapporto che, come tutti i rapporti vede due parti nelle condizioni di fare un percorso insieme. E se e quando il rapporto non è conflittuale, è possibile farlo diventare duraturo”. Un passo in tal senso è stato senz’altro fatto con l’accordo concluso fra comune e sindacati inquilini e proprietari, per quanto riguarda l’affitto concordato, che ha visto Firenze prima città ad assistere alla stipula di un protocollo d’intesa fra le due associazioni sindacali (..). Di fatto, gli interessi specifici degli inquilini sono quelli di avere un canone sostenibile e di contare sulla durata del rapproto, mentre quello del propietario è di continuare a percepire il canone e ad avere il possesso dell’immobile in casi di necessità. Così, non solo con il nuovo strumento potrebbe essere salvaguardato il problema dell’avverarsi dell’insolvibilità, ma si otrebbe, in un sistma partecipato dai vari soggetti, anche prevedere in casi particolari di urgenza, lo “spostamento” del nucleo in un altro alloggio, garantendo così il rientro nel possesso del proprietario da un lato e il realizzarsi del famoso e mai rispettato principio del “passaggio da casa a casa”.
Il meccanismo dunque sarà il seguente: l’amministrazione individuerà attraverso avvisi pubblici da una parte gli alloggi, dall’altra gli inquilini per poi favorirne l’incontro. A questo si aggiunge la presenza di un fondo di garanzia necessario per supportare il progetto su cui “ci impegneremo intercettando risorse nazionali e europee anche coinvolgendo altre istituzioni che hanno a cuore queste problematiche”. Gli uffici della Direzione Servizi sociali, spiega Vannucci, “sono già da tempo impegnati nell’individuazione dei bisogni abitativi delle famiglie e quindi lavoreranno in modo puntuale nell’analisi della capacità reddituale dei cittadini per definire con precisione i parametri con cui accedere a questo tipo di locazione”. Secondo quanto spiegato dall’assessore, questa potrebbe qualificarsi come un’importante opportunità in un momento ancora complesso, tanto che la volontà dell’amministrazione è quella di estenderla “anche a realtà del Terzo settore che in città rivestono un ruolo cruciale”.
L’Agenzia sociale per la Casa dunque si configura come un nuovo strumento in grado di elaborare risposte adeguate all’aumento dei bisogni abitativi in città, considerando anche il periodo di difficoltà connesso con l’emergenza sanitaria Covid- 19.
L’emergenza sanitaria ha infatti acutizzato il problema non solo nelle fasce tradizionali di richiedenti ma anche nella cosiddetta “fascia grigia”. Da lì la necessità di ampliare lo stock di alloggi immediatamente disponibili, che sono sicuramente cresciuti in questi mesi, anche a seguito della crisi in cui è piombato il modello di recezione turistica B&B, agevolando e tutelando iniziative di locazione a canoni concordati, anche, si legge in delibera, attraverso l’attivazione di incentivi e forme di garanzie per i proprietari che accettino di stipulare nuovi contratti di locazione a canone concordato.
Di cosa si occuperà l’Agenzia sociale per la casa? Secondo la delibera approvata questa mattina in Giunta, metterà sotto osservazione l’analisi dei bisogni, della rilevazione delle necessità, dell’intermediazione tra la domanda e l’offerta di locazioni ad uso abitativo, oltre alla modalità con cui tutelare gli inquilini per quanto riguarda i canoni applicati e ad offrire strumenti economici di supporto, finalizzati al mantenimento dell’abitazione in locazione. Proverà a coinvolgere tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di tematiche abitative in modo da riuscire a erogare una maggiore gamma di risposte, nei confronti di una platea sempre più numerosa e articolata.
La Direzione servizi sociali, come previsto dalla delibera, si occuperà di supervisionare l’attività di ricognizione degli immobili ad oggi utilizzati per soddisfare i bisogni di carattere abitativo riscontrati sul territorio, sia di proprietà o disponibilità del Comune, sia di proprietà o disponibilità dei soggetti partner istituzionali pubblici e dei soggetti partner istituzionali di natura privatistica, di individuare, ad esito della ricognizione dei nuovi bisogni abitativi, le categorie di cittadini (nuclei familiari monoreddito, giovani coppie, famiglie numerose con presenza di più minori, famiglie con presenza disabili e/o non autosufficienti) rientranti nella cosiddetta “fascia grigia”e determinare i parametri con cui i potenziali inquilini potranno accedere a alloggi a canone concordato (ad esempio una fascia ISEE compresa tra 8.000/10.000 e 25.000 euro); individuare anche organizzazioni del Terzo Settore del territorio, operanti in ambito sociale, che possano beneficiare di contratti a canone concordato, per le finalità istituzionali. Spetterà alla Direzione servizi sociali infine promuovere specifici avvisi sia per il reperimento degli immobili dei privati, sia per identificare gli aventi diritto che rispondono ai criteri previsti.
Sulla questione, la segretaria regionale del Sunia, Laura Grandi, commenta: “Uno strumento di cui non si può negare l’utilità, una volta a pieno regime. Anche se sarà molto difficle, in concreto, convincere i proprietari fiorentini, “viziati” da canoni molto alti e da periodi brevi di uso vista la prevalenza di affitti turistici, a cambiare approccio circa l’utilizzo del bene casa. In questo il covid potrebbe convincere che se, non si vuole la casa vuota, è meglio godere delle specifiche garanzie che derivano dalla nuova agenzia, pur a fronte dell’accettazione di un canone concordato”. In conclusione, la scommessa è: i proprietari troveranno allettante la prospettiva lanciata dal Comune col nuovo strumento o preferiranno aspettare che la tempesta si plachi, magari a case vuote?