Le Misericordie toscane di nuovo in strada per offrire aiuto nella crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina. Stavolta la destinazione è Chisinau, capitale della Moldavia, per dare una mano a un paese piccolo (33 mila km quadrati, una volta e mezzo la Toscana e con pochi abitanti in più, circa 4 milioni) nel sostenere il grande flusso di esuli ucraini che hanno varcato la sua frontiera e dove finora sono stati pochi gli aiuti internazionali arrivati.
Stamani (sabato) la missione organizzata dalla Federazione regionale delle Misericordie è partita dal centro smistamento degli aiuti allestito alla Mercafir di Firenze con tre mezzi: un tir messo a disposizione dalla Confederazione nazionale delle Misericordie e due furgoni della Misericordia di Castelfiorentino. A bordo 34 pallets di generi di prima necessità, medicinali, abiti per bambini, alimenti non deperibili. Sei i volontari delle Misericordie che percorreranno, dandosi il cambio alla guida, oltre 2200 chilometri per arrivare a destinazione nell’hub degli aiuti allestito dal governo moldavo a Vatra, vicino alla capitale Chisinau.
E’ la missione più lunga fin qui condotta dalle Misericordie: ci vorranno tre giorni per arrivare a destinazione (presumibilmente nella notte tra lunedì e martedì prossimi), via Ungheria e Romania ed altrettanti per tornare a casa. Al rientro a bordo ci saranno anche sei esuli ucraini, che verranno poi accolti in Toscana, in collaborazione con il comune di Siena.
La missione è stata organizzata in stretta collaborazione con l’Ambasciata moldava di Roma, grazie all’interessamento del Console onorario della Repubblica di Moldavia a Firenze, dottor Alessandro Signorini: “Questa delle Misericordie toscane è una delle prime missioni internazionali che arrivano in Moldova, dove anche la protezione civile italiana ha allestito un campo per i profughi. Dall’Ucraina sono stati in tanti a varcare le frontiere moldave, un mese fa c’erano 300 mila persone. Ora la situazione si è un po’ ridimensionata, alcuni sono passati in Polonia e Repubblica Ceca, altri sono tornati a casa; ma restano comunque oltre centomila esuli ucraini. Per questo l’aiuto è importante.”