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Firenze, rinviato il consiglio comunale. Le opposizioni non ci stanno

Un rinvio che fa discutere.

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Il Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani Il Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani © Ok!News24
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Il consiglio comunale fiorentino programmato per giovedì 26 gennaio è stato rinviato dal Presidente del Consiglio comunale Luca Milani con questa dichiarazione:
“Ho riscontrato che non ci sono le condizioni per lo svolgimento del Consiglio comunale di giovedì 26 gennaio 2023 alle ore 09,00. Pertanto, il Consiglio comunale è rinviato. Convocare un Consiglio comunale con il rischio di non discutere l’atto all’ordine dei lavori, sarebbe stato semplicemente irresponsabile. Sempre giovedì 26, in  Conferenza dei Capigruppo, verrà deciso l’ordine dei lavori del Consiglio comunale di lunedì 30 compresa la delibera n. DPC/2023/00001 Disapplicazione delle disposizioni in merito allo stralcio delle cartelle esattoriali – articolo 1 commi 227 – 229 Legge n. 197/2022”.

Una decisione che non è piaciuta però ai partiti d'opposizione. 

“E’ un fatto grave e senza precedenti - dichiarano in una nota congiunta consigliere e consiglieri dei gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Gruppo Centro - un consiglio comunale già convocato, giovedì 26 gennaio alle 9, viene rinviato comunicando la cosa a mezzo mail a consigliere e consiglieri senza alcuna spiegazione. La seduta aveva un unico punto all’ordine del giorno, la delibera “Disapplicazione delle disposizioni in merito allo stralcio delle cartelle esattoriali – articolo 1, commi 227-229 legge n. 197/2022. Si tratta di un atto arbitrario che lede i diritti fondamentali degli eletti nell’assemblea democratica della città. Come gruppi di opposizione chiediamo chiarimenti immediati e pubblici al presidente del Consiglio comunale Luca Milani in merito a tale scelta.
“Eravamo pronti a tutto quanto consentito dal regolamento per bloccare l’approvazione della delibera, proseguono. Un atto che riteniamo sbagliato che va a colpire tanti nostri concittadini che non possono pagare tasse comunali perché sono in difficoltà.
Questo rinvio che riteniamo strumentale, contrasta con quanto sostenuto fino ad oggi dalla giunta che avendo fretta di approvare la delibera ha persino chiesto la procedura d’urgenza.
Ci viene da pensare che non ci sia la maggioranza per approvare la delibera e che il presidente sia stato costretto a scendere in campo a salvaguardia del sindaco Nardella. Una decisione sbagliata che non accettiamo minimamente. Pertanto, nelle prossime ore, faremo le dovute valutazioni per capire se il Presidente Milani sia ancora adeguato a svolgere correttamente il suo ruolo”.

“L’annullamento del Consiglio di giovedì segue a un lungo silenzio, che evidenzia come il Partito Democratico stia vivendo una crisi vera a Firenze” affermano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune)
“Inizio dicembre 2022. Sul Sole 24 Ore un articolo racconta di come lo stralcio o cancellazione di sanzioni e interessi ipotizzato dal Governo nazionale rischi di pesare molto sugli enti locali. Si sa che si stanno prendendo misure correttive, per permettere ai suddetti enti di poter decidere attraverso le rispettive delibere. Il nostro gruppo consiliare presenta subito un’interrogazione, per capire l’orientamento del Sindaco e della Giunta di Firenze, oltre che per sapere di quale cifra si starebbe parlando per Palazzo Vecchio. La risposta sarebbe dovuta arrivare entro l’8 gennaio 2023 (due settimane fa). Siamo ancora qua che aspettiamo.
Nel frattempo, alla stampa è stata data notizia che il Partito Democratico toscano intende non applicare la norma nazionale. Solo che ha deciso tardi, forse più per ragioni di tattica politica (opposizione al Governo) che per il merito della questione.
Infatti la maggioranza ha prima provato a forzare i tempi del regolamento di Palazzo Vecchio per far votare il Consiglio comunale questo lunedì poi, non riuscendoci, ha di fatto proposto un Consiglio straordinario da tenere giovedì. Lo stesso che è appena stato fatto saltare.
Siamo il gruppo consiliare che meno ama brandire la categoria della legalità e del rispetto delle regole. Ma al Partito Democratico di Firenze diciamo che non si può pensare di governare così. Per giovedì hanno scoperto di avere problemi a garantire le presenze necessarie per approvare la delibera? Quando fa comodo il merito delle questioni, si sospendono le procedure previste?
Invece che mettersi al tavolo della discussione, Fratelli d’Italia e Partito Democratico hanno ingaggiato una lotta simbolica sulle tasche della cittadinanza. Da una parte c’è chi ha sempre pagato, dall’altra chi non lo ha fatto, per ragioni spesso diverse tra loro, con aumenti degli importi spesso impressionanti.
A un modo di agire sbagliato del Governo nazionale è seguito un pessimo modo di gestire la macchina amministrativa a livello locale”.


Ha fatto sentire la sua voce anche il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini
“Ero stato informato, ma non ho condiviso la decisione assunta dal presidente Milani, che peraltro non mi risulta avere precedenti. La decisione, disposta sulla base di un comma del regolamento (comma 7 dell’art 48), lascia molti dubbi interpretativi sulla sua corretta applicazione.
Non si può comunque decidere arbitrariamente di revocare la convocazione del Consiglio comunale, senza che vi siano motivazioni di particolare gravità che non possono avere assolutamente a che fare con considerazioni politiche che non possono essere in capo alla Presidenza del Consiglio.
Il Consiglio avrebbe dovuto tenersi regolarmente e rimandato soltanto in caso di assenza del numero legale. Una valutazione politica che non spetta alla Presidenza ma ai gruppi consiliari e sulla quale la Presidenza non può che prendere atto.
Non voglio, infine, nemmeno immaginare che la decisione sia stata assunta sulla base della consapevolezza della mancanza della maggioranza per approvare la delibera all’ordine dei lavori, perché ciò comporterebbe una forzatura che non può essere minimamente accettata. Il Presidente deve svolgere il suo ruolo soltanto a garanzia del corretto funzionamento democratico delle istituzioni”.

 

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