18 APR 2025
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Fusione Scarperia - San Piero. Le riflessioni di Rifondazione

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Fusione Scarperia - San Piero. Le riflessioni di Rifondazione Fusione Scarperia - San Piero. Le riflessioni di Rifondazione © n.c.
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Dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista di Scarperia riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Come abbiamo più volte affermato, siamo d’accordo alla fusione dei servizi associati, come ad esempio mensa, trasporti, magari gestione dei rifiuti (che forse porterebbe ad un incremento della raccolta differenziata e del riciclo), magari gestione dell’acqua (perché non rendere nuovamente l’acqua pubblica, visto che questa è stata la volontà dei cittadini all’ultimo referendum?), polizia municipale, scuola ecc…, se questo serve a diminuirne i costi, ma soprattutto a migliorare i servizi al cittadino; ma altra cosa è per le Municipalità.

Per evitare che l’accorpamento di queste rischi di determinare una diminuzione della democrazia locale, ci auspichiamo che comunque, anche se verrà fatta la fusione, sia mantenuta una sorta di democrazia locale, decentrata, in modo che il cittadino possa partecipare alle decisioni del comune attraverso la rilevazione di eventuali problemi, criticità, in un’ ottica di democrazia partecipata, avendo potere e opportunità di fare proposte migliorative per il territorio.

Nonostante ciò rimaniamo comunque convinti che, visto l’importante ruolo che il comune detiene nel contatto diretto con il cittadino da una parte e nell’orientare le politiche del governo dall’altra, le idee di 2 Sindaci, 2 amministrazioni, 2 consigli comunali abbiano più potere, più ricchezza e più rappresentatività di quelle di uno solo.

Brevemente i motivi principali che ci hanno portato a sostenere voto contrario sulla “fusione” dei comuni di San Piero a Sieve e Scarperia sono stati:

1. E’ stato dichiarato dal sindaco che ci sarebbero stati notevoli vantaggi economici in quanto:
a. Per 3 anni il nuovo comune poteva non sottostare più all’obbligo del patto di stabilità
b. Avrebbe avuto 500.000 euro l’anno dalla Regione, per almeno 5 anni a partire dal 2015, ed altrettanti dallo Stato, per circa 10 anni, sempre a partire dal 2015

La nostra obiezione su questo punto è dovuta al fatto che:
a. Gli incentivi sarebbero arrivati dalla Regione (e dallo Stato) non prima del 2015, forse, visto che i soldi sono sempre meno ed i tagli allo stato sociale sempre più consistenti; e poi ci viene in mente una riflessione: è giusto che la Regione elargisca soldi per la fusione dei comuni, quando taglia su scuola e sanità? Situazioni di Emergenza poi possono capitare sia allo Stato che alla Regione; l’impegno a garantire questi incentivi non comporterà il rischio di un aumento del prelievo fiscale al cittadino, ad esempio con aliquote, addizionali irpef, bollo auto, o ancora peggio con l’aumento di tasse indirette come ad esempio l’iva?
b. La fusione dei comuni comporterà dei costi rischiando di assorbire totalmente i soldi eccedenti il patto di stabilità (visto che Scarperia è un comune virtuoso), che al momento per colpa di questo sono congelati. Meglio (visto che ci sarà il nuovo governo) fare un’azione politica in modo che almeno i comuni virtuosi non siano obbligati a sottostare al patto di stabilità e possano investire i loro soldi creando posti di lavoro e rilanciando l’economia, piuttosto che impiegarli per fusioni e tagli alla P.A.. La politica dei tagli perseguita negli ultimi tempi ha portato soltanto ad una diminuzione dei posti di lavoro.

2. Non condividiamo che suddetta fusione sia condotta da un Commissario non elettivo che prenderà carica il 1 Gennaio 2014 (al 31/12/2013 si scioglieranno i 2 consigli comunali) e rimarrà fino alle
elezioni per il nuovo comune che si svolgeranno a Maggio/Giugno 2014. Meglio che, fino alle nuove elezioni, rimangano in carica le 2 amministrazioni ed i 2 consigli comunali.

3. La possibile dislocazione territoriale degli sportelli per i servizi diretti al cittadino (esempio urp) rischia di creare disagi soprattutto alle categorie più deboli, disagi parzialmente superabili solo con una fitta rete di trasporti locali che al momento è assente.
Per questo chiediamo se proprio l’unione deve essere fatta che:
a. Gli sportelli per i servizi diretti al cittadino come ufficio anagrafe, urp ed assistente sociale, rimangano dislocati nei 2 ex comuni
b. Venga organizzata una fitta rete di trasporti all’interno del territorio comunale, da e verso la stazione e da e verso i vari uffici comunali, per diminuire il disagio delle distanze territoriali, soprattutto per le persone svantaggiate
c. Rimangano le due biblioteche, per non diminuire l’ accessibilità alla cultura da parte di tutti i cittadini.

4. Prima del referendum che si svolgerà in autunno, in modo che la cittadinanza possa parteciparvi esprimendo una preferenza con il potere della consapevolezza, occorre:
a. Un progetto di fusione esplicito, comprensivo di costi e risparmi ipotetici
b. Una pianificazione puntuale e trasparente che indichi i criteri di investimento dei soldi del patto di stabilità che viene scongelato e del probabile ricollocamento degli eventuali incentivi Statali e Regionali. Questo comporterebbe il chiarimento di molti dubbi che investono oggi la popolazione, riguardo al possibile uso di suddetti fondi non per servizi diretti al cittadino, ma per altre attività (vedi ad esempio risarcimento dovuto ai Corsini, riguardo all’esproprio di terre poi conferite nella Pianvallico s.p.a. se la sentenza amministrativa di I grado venisse confermata in cassazione).
Rimaniamo comunque convinti che la fusione di 2 o più comuni debba essere un processo costruito gradatamente nel tempo, in modo da poter affrontare puntualmente ed adeguatamente le varie difficoltà incontrate.

11 Aprile 2013
per il gruppo consiliare Comunista di Scarperia
Tatiana Bertini

 

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