10 APR 2025
OK!Firenze

Fabbrica dei marroni. La posizione congiunta di di Pd, Italia Viva e Sinistra Civica Ecologista

Una riflessione tra crisi e opportunità di crescita

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La solidarietà per i lavoratori a Marradi La solidarietà per i lavoratori a Marradi © Fotocronache Germogli
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La riflessione delle segreterie marradesi del PD, Italia Viva, Sinistra Civica Ecologista:

La vicenda dell’Ortofrutticola del Mugello: fra crisi e opportunità di crescita di una filiera produttiva e con essa di tutta una comunità.

In considerazione dell’ODG che i gruppi Insieme per Marradi e il gruppo di SCE hanno approvato in Consiglio Comunale, cosi come prodotto con i medesimi contenuti “ex ante” dal livello Metropolitano, in qualità di forze politiche marradesi di centrosinistra riteniamo che:

    La nostra fabbrica dei marroni chiusa per sempre, 7 dipendenti in disoccupazione, 64 stagionali a casa in via definitiva e senza alcun sussidio: un paese a rischio collasso, un territorio che rischiava di perdere una delle sue eccellenze. È questa la visione a cui si erano già rassegnati Forza Italia Marradi e “Siamo Marradi”: uno scenario ben peggiore del contestato accordo sindacale al ribasso e senza futuro” come da loro descritto in una recente nota. Questo retroscena ce l’hanno rivelato i sindacati congiunti con una durissima dichiarazione alla stampa di qualche settimana fa, in risposta al comunicato fazioso, strumentale e scomposto di qualche politico locale appartenente al blocco politico sopra citato.

    Per fortuna però esistono altre forze politiche dotate di maggior senso critico, responsabilità e realismo. Partiti che dai circoli locali si sono mobilitati a ogni livello, sia metropolitano che regionale e nazionale, restando comunque capaci di rispettare la volontà diretta espressa democraticamente dall’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori. I dipendenti, tramite i rappresentanti sindacali, hanno discusso, riformulato e raggiunto con l’azienda il compromesso che hanno valutato più conveniente per il loro lavoro; avviandosi così verso un percorso certo non facile, a tratti critico, lo sappiamo, ma pur sempre migliore di una chiusura. La situazione va seguita, tenuta sotto controllo ed è tutt’altro che risolta: per questo il tavolo regionale di crisi resta aperto proprio per monitorare l’attuazione del patto stipulato fra azienda e lavoratrici, ma al tempo stesso per valorizzare e accompagnare le eventuali nuove opportunità. Vigileremo anche noi facendo la nostra parte. Ma ora perlomeno si può parlare di un possibile futuro su cui lavorare con grande impegno, quando il 28 dicembre 2021 c’era solo la delocalizzazione e la chiusura dello stabilimento industriale marradese e con esso di tutto l’indotto.

    La fabbrica è aperta con un piano industriale di 5 anni che supportato da un accordo commerciale di altrettanti anni, in grado di dare continuità lavorativa e assicurando tutti i diritti in essere per i tempi indeterminati; questo con il preciso dovere di mantenere almeno gli stessi livelli occupazionali del 2021 degli stagionali; garantendone, per i primi 2 anni, durate contrattuali pari o comunque redditi non inferiori a quelli percepiti nel 2021. Un diritto, quello raggiunto per le stagionali, mai ottenuto prima e che rende questa vertenza sindacale unica nel panorama giuslavoristico. L’azienda ritirerà inoltre dai -castanicoltori- marradesi almeno le stesse quantità di fresco fornite in precedenza. Saranno attivate tre nuove linee produttive sul marrone (vocazione principe del nostro territorio) introducendo innovazioni quali integratori alimentari e snack accanto alla lavorazione più tradizionale dei semilavorati per pasticcerie. Resta esclusa purtroppo, e non ce ne dimentichiamo, la lavorazione dei “Marrons Glacès”.

    Il punto: non si è mai parlato tanto di Marradi come negli ultimi tre mesi, il “presidio” marradese è stata la nostra casa per almeno due mesi. Il clamore mediatico nazionale attorno alla vertenza, le immagini del presidio sotto la neve, le interviste alle donne in lotta per il loro lavoro davanti ai cancelli chiusi della fabbrica, le tante iniziative artistiche e culturali, i cortei, hanno emozionato l’opinione pubblica, innescato azioni concrete di solidarietà e attirato l’interesse a investire su di noi, su di loro, su Marradi. Perché Marradi è un luogo dove si può, si deve investire e non parliamo solo di “Marroni”, le nostre porte sono aperte.

 

    Abbiamo infatti ritrovato un fortissimo senso di comunità e di appartenenza, riscoperto fierezza e ostinazione. Servirà non dimenticare quanto fatto e l’impegno assiduo di tutti noi, uniti, per portare risultati concreti nell’interesse superiore della collettività. Un grazie quindi a tutte e tutti quelli che hanno reso possibile questo risultato: lavoratrici e lavoratori in primis, organizzazioni sindacali, cittadini e volontari, artisti, associazioni e anche partiti politici che hanno saputo fare sintesi di una visone di territorio e concentrarsi sull’obiettivo comune; un grazie a tutte le istituzioni pubbliche fra le quali ovviamente spicca l’amministrazione comunale marradese costantemente presente, tanto nella gestione del campo logistico di supporto al presidio quanto nella presenza ai tavoli istituzionali, dove ha potuto essere portavoce delle istanze del territorio e dei lavoratori .Tutta la vicenda insomma, anche aldilà dell’argomento specifico “fabbrica dei marroni”, pensiamo sia stata una dimostrazione che con un metodo di lavoro condiviso, una base programmatica solida, da capitalizzare e fare propria, si possano ottenere dei risultati importanti per il futuro del nostro paese.

Segreterie Marradesi PD, IV e SCE.

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