17 APR 2025
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Grandiosa Marta Cuscunà in “La semplicità ingannata - Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne”

Un’asta al ribasso per maritare le figlie, dalla perfetta: bella, vergine, docile, a scendere fino a quella bruttina, con difetto fisico ma...

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Marta Cuscunà in “La semplicità ingannata | Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne” Marta Cuscunà in “La semplicità ingannata | Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne” © Massimiliano Miniati
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Inizia con un’asta, il bellissimo spettacolo andato in scena al teatro Corsini di Barberino giovedi 10 aprile  con Marta Cuscunà in “La semplicità ingannata | Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne” Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine.

Un’asta al ribasso per maritare le figlie, dalla perfetta: bella, vergine, docile, a scendere fino a quella bruttina, con difetto fisico ma soprattutto con carattere ribelle in un mondo dove una figlia femmina era una rimessa economica e dove per risparmiare era molto più semplice metterle in convento.

È il racconto di una di queste, che, come ultima figlia, era destinata già prima della nascita al convento, e di un gruppo di sue simili, entrate in convento ancora bambine e condannate alla clausura, che nel 500 andarono contro le convenzioni, riempiendo il convento di libri su ogni argomento e rivendicarono la libertà di pensiero.

Marta Cuscunà da voce ad “Angela“ o Arcangela e al gruppo di suore/pupazze ed è eccezionale, anzi, sette/otto volte eccezionale, perché per ognuna di loro ha una voce diversa, un atteggiamento diverso, tanto che immediatamente il pubblico si innamora del gruppetto di monache tutte ribellione e appetito.

La dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile contro un inquisitore/mascherone (che ricorda un po' quello dei Pink Floyd in The Wall) che cerca di porre termine alla loro rivoluzione che durò più di quarant’anni, poi la chiesa riuscì a disfarsi anche di questo gruppo di “Monache forzate” sparpagliandole in altri conventi e facendo in modo che non avessero contatti tra loro.

Marta Cuscunà in “LA SEMPLICITA’ INGANNATA” riporta alla luce la storia di queste donne che, nonostante la forzatura a diventare religiose, seppero tenere la testa alta, alla faccia delle convenzioni, degli ordini e della sudditanza al padre, all’uomo ed al clero, regalando al pubblico rapito un racconto di una tristezza infinita, reso piacevole, addirittura comico, da un insieme di personaggi strepitosi rappresentati perfettamente da un’attrice/autrice veramente straordinaria che al termine dello spettacolo è stata letteralmente ricoperta dai complimenti di una platea entusiasta quasi fino alla commozione.

Grande Marta e grandissime anche le sorelle!

Massimiliano Miniati

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