17 APR 2025
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IL Mugello e i 65 anni dell'Unitalsi. Libro e foto

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IL Mugello e i 65 anni dell'Unitalsi. Libro e foto IL Mugello e i 65 anni dell'Unitalsi. Libro e foto © n.c.
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Molto probabilmente fra qualche tempo, sarà dato alle stampe un libro che ricorda i 65 anni di attività dell’ Unitalsi, (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), l’associazione come si legge nella citazione, che organizza i viaggi per gli ammalati e i diversamente abili nei Santuari Mariani d’Italia e delle altre nazioni europee, fra tutte la Francia con il santuario mariano per eccellenza come appunto Lourdes. Sarà un libro di quasi trecento pagine, con centinaia di immagini fotografiche inedite dagli anni ’50 del ‘900 fino al 2015; ricordi, storie, umanità, volontariato, uomini, donne, giovani, ragazzi, ragazze, insomma tantissimi volontari che nel corso di questi 65 anni, hanno svolto una attività bellissima, impegnata, di grandi ed assoluti valori cristiani. L’uomo al centro di questa splendida parentesi storica di Borgo San Lorenzo in particolare e del Mugello in generale è senza dubbio Beppe Poggiali, premio della “Bontà 1962”, un uomo che ha speso una vita per tutti questi fratelli sfortunati nel corpo, nel fisico, ma non nella mente e nella coscienza. Ci è stato chiesto un aiuto, abbiamo risposto con entusiasmo mettendo a disposizione tutto quello inerente al libro tratto dal nostro archivio e con l’amico Giovanni Tonola, una delle colonne portanti della sottosezione dell’ Unitalsi del Mugello, siamo coautori di questa pubblicazione. Niente di eclatante, niente di alto intelletto, niente di alta letteratura, ma semplicemente un racconto popolare, semplice, ma umano in tutti quei risvolti che hanno caratterizzato l’impegno verso gli ultimi. Ecco in parte il nostro intervento iniziale. “ - La II° Guerra Mondiale (1940-1945), che aveva lasciato alle sue spalle lutti, tragedie e tanto odio, era da pochi anni conclusa e Borgo San Lorenzo nel Mugello, nonostante tanta miseria, e molte cose da ricostruire iniziava con lentezza ma tanta determinazione a vivere la sua primavera di democrazia e di libertà. Si riformarono i partiti politici, tornarono libere elezioni per eleggere i rappresentanti del popolo, ritornarono al loro vecchio ordinamento sociale e statutario diverse associazioni culturali, sociali, sportive, religiose, ricreative, insomma nonostante molteplici difficoltà, condite anche da vecchi rancori, la vita quotidiana scorreva silenziosamente, con pacatezza, ritrovando quello spirito paesano che non era mai venuto meno. Riprese anche l’attività ricreativa nel piccolo Oratorio dei Salesiani in via del Pozzino, luogo molto amato dove si ritrovò con l’entusiasmo della giovane età molti ragazzini borghigiani, diretti e guidati da sacerdoti che hanno lasciato una profonda impronta nel tessuto sociale paesano, come don Giuseppe Rodolfi, don Tarcisio Torracchi, don Fortunato Raddi ed altri ancora; l’oratorio era il simbolo vivente di una generazione che si preparava alla vita, al lavoro, alla famiglia. Il nostro ricordo è nitido; correva l’anno 1953, (avevamo 13 anni), quando nell’ultima domenica di settembre, gli oltre 70/80 giovanissimi oratoriani, dopo la Santa Messa nel Santuario del SS. Crocifisso, officiata da don Giuseppe Rodolfi, che di li a poco lasciava le redini a don Tarcisio Torracchi, ritornando all’Oratorio ebbero una sorpresa; erano ad attenderli un noto personaggio borghigiano, Giuseppe Poggiali detto “Beppe”, artigiano pastaio, con tre giovani. Ma a differenza dei vocianti (anche noi eravamo nel mezzo) e scatenati oratoriani, si trovarono davanti tre ragazzi andicappati, ammalati nel corpo, seduti su sgangherate carrozzelle in legno. L’impatto fu quasi devastante, molti rimasero ammutoliti, qualcuno tornò a casa prima del tempo, altri timidamente si avvicinarono, e quando gli sguardi si incrociarono e il sorriso apparve nei volti dei ragazzi, come un miracolo il ghiaccio si sciolse, molti si accostarono, cominciarono a parlargli, altri si adoprarono a giocare, il tutto sotto lo sguardo attento e misericordioso di Beppe. Aveva vinto una grande scommessa. Già perchè le famiglie di questi poveri ragazzi segnati nel corpo da devastanti malattie, non volevano che la “gente” guardassero i loro figli in quelle condizioni, ma la tenacia, la volontà, la grande fede di Beppe fece appunto il miracolo, quello cioè di convincere il babbo e la mamma, di non vergognarsi, ma di farli uscire alla luce del sole, di conoscere il mondo nelle sue piccole grandi cose, come quelle di andare incontro ai loro coetanei che avevano avuto la fortuna di nascere in normali condizioni nel corpo e nello spirito. Quella data resterà incisa nella pietra della vita, fu l’inizio, fu il principio, perché da quell’anno, da quel mese, da quell’ultima domenica di settembre, iniziò un percorso di grande umanità, di grandi valori cristiani, un percorso verso gli ammalati, i disabili, gli ultimi nella scala sociale, facendo presa in tante persone, uomini e donne, giovani e meno giovani, ragazzi e ragazze, che si avvicinarono a Beppe in questo suo faticosissimo calvario, espletato però con un perenne sorriso bonario; quando aveva in braccio un disabile, il viso di Beppe si illuminava radioso. Sono passati 65 anni da quando Beppe iniziò quella che è stata la sua ragione di vita e i suoi amici, i suoi collaboratori, dopo essergli stati vicino per tanti anni, hanno continuato il solco da lui tracciato, sempre con entusiasmo e genuina partecipazione, decidendo di mettere sulle bianche pagine di un libro, senza velleità storiche o letterarie, quella che è stata una lunga catena di amore, di bene, di fede. E così è stato-“. Stampare un libro di così grande spessore non è cosa di poco conto (sono già quasi cinque mesi che ci lavoriamo), ma gli amici dell’ Unitalsi, sono certi che l’animo buono di tante associazioni, enti, aziende, ditte e quant’altro, risponderanno positivamente all’aiuto che viene richiesto loro, ed è facile intuire qual’ è. Fra i tanti volumi in sede locale che sono stanti dati alle stampe nel corso degli anni (di arte, storia, cultura, teatro, musica, folclore, sport, etc,etc), anche questo sarà un ulteriore tassello di una vita vissuta e che ancora continua il suo lungo e luminoso cammino. Pubblichiamo, oltre al frontespizio anche due immagini fra le quasi 300 inserite nel volume. Una parte di Borgo e del Mugello inedita. Foto 1 (qui sopra): Frontespizio del libro sull’Unitalsi Foto 2 (qui sopra): Sottocopertina del volume Foto 3 (qui sopra): Anno 1958. Giornata della Fraternità. Oratorio dei Salesiani. Beppe Poggiali a destra con un ammalato. Foto 4 (qui sopra): Anno 1998 – La partenza di un gruppo di volontari dell’Unitalsi per Lourdes. Sempre con il sorriso sul volto. (Foto e archivio A.Giovannini)

 

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Commenti 2
  • TERESA

    Chiss quante bello cose leggeremo e vedremo. Anch'io a nome della mia famiglia vi dico bravi.

    rispondi a TERESA
    lun 15 agosto 2016 12:08
  • Cesare

    BRAVI, BRAVI,BRAVI !!!!!

    rispondi a Cesare
    dom 14 agosto 2016 07:47