
Era molto gratificante - per la felicità di Emlio Gori, presidente del C’A. dell’Accademia degli Audaci - vedere il leggendario Teatro Giotto vanto ed onore “chiniano” di Borgo San Lorenzo, gremitissimo in ogni ordine di postI, per assistere alla “Prima” della Stagione Musicale Lirico-Sinfonica, con la Cavalleria Rusticana, melodramma in un atto su libretto di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menaschi, autore il grande Pietro Mascagni, presentata dalla Prof. Sabrina Landi Malevolti con il saluto da parte dell’amministrazione comunale dell’assessore alla Cultura Cristina Becchi. La storia verte su “ - Turiddu Macca, un contadino siciliano, figlio di una signora chiamata Nunzia. Prima di partire a fare il militare, era fidanzato con Lola, una signorina che voleva sposare e amare di tutto il suo cuore. Però, nel frattempo, Lola si è fidanzata con Alfio, un carrettiere che è molto più ricco di Turiddu: ha « quattro muli in stalla » mentre la madre di Turiddu ha dovuto vendere la loro unica mula. Turiddu rincasa, e un giorno incontra finalmente Lola quando va alla processione della Madonna del Pericolo. Lei gli spiega che è la volontà di Dio di diventare la moglie di Alfio, e ora tutti e due sanno che non hanno più niente da dirsi. Turiddu è bel ragazzo, ma non è tante ricco quanto compare Alfio; allora è roso dalla gelosia, dalla delusione, e tutti sparlano di questo. Quindi vuole vendicarsi, decidendo di sedurre Santa, che abita la casa di fronte a quella di Alfio, per fare ingelosire Lola. Suo padre, Massaro Cola, è vignaiulo, è ricco come un maiale ; e Turiddu comincia a lavorare come operaio e sedurre la ragazza, girando intorno a lei; però è presto cacciato da Lola. Allora la ragazza gli apre la finestra e così chiacchierano la sera. A poco a poco, mentre Santa si innamora di Turiddu, Lola li spia la sera alla finestra, nascosta dietro un vaso di basilico. Lola è gelosa e rimpiange un pò Turiddu. Un giorno lo chiama e lo invita a casa sua di notte. Santa ne se rende conto e chiude la finestra perchè si sente tradita, ferita ; ora vuole vendicarsi. Allora quando Alfio torna dalle fiere con bei regali per sua moglie, Santa gli dice che è stato tradito. L’offesa è molto grande; e un giorno, Alfio da un appuntamento a Turiddu per l’indomani nei fichi dindi all’alba: questi due protagonisti si danno il bacio della sfida e si affrontano in un duello straziante e sanguinoso, armati solamente di un coltello. La storia finisce tragicamente con la morte di Turiddu…. Hanno ammazzato compare Turiddu è ormai entrato nell’immaginario collettivo –“ . Dopo questo breve svolgimento biografico, il nostro compito è quello di evidenziare che l’opera di Mascagni ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico. Con il complesso composto dall’orchestra Camerata dè Bardi (nelle mitica riaperta”buca” del Giotto), la Corale Santa Cecilia sotto la perfetta direzione del Maestro Andrea Sardi (regia, scene e costumi della Compagnia delle Formiche), i quattro principali interpreti, Giulia Tamarri (Santuzza), Leonardo Melani (Turiddu), Lisandro Guinis ( Alfio) e Mamma Luicia/Lola ( Eva Mabellini), sono stati bravissimi, ottimamente coadiuvati dai cantori della Corale e dalle note musicali (mirabilmente eseguito il magnifico intermezzo) del complesso orchestrale. Poi, il biglietto da visita finale sono stati gli applausi scroscianti e ripetuti per molti minuti. Segno inequivocabile di una grande bella serata musicale. Alla prossima. Com’è nostro costume ecco alcune immagini fotografiche a corredo. Nel foyer del Teatro Giotto, il rag. Emilio Gori presidente dell’Accademia degli Audaci con Paola Leoni e a sinistra gli amici Mario Nencetti e Daniela Pini. Un momento della Cavalleria Rusticana Una bellissima scenografia con la festa di Pasqua. La famosa scena del “brindisi” con un buon bicchiere di vino per tutti. I saluti sul proscenio al termine della Cavalleria Rusticana Anche una testimonianza degli orchestrali che lasciano la famosa “buca” del Giotto al termine della Cavalleria Rusticana. (Foto cronaca di A.Giovannini)