
Siamo ormai giunti al termine delle manifestazioni, eventi, dibattiti, conferenze, tavole rotonde, presentazioni libri, mostre iconografiche ed oggettistiche, filmati, documentari ed altro, il tutto allestito ed organizzato a villa Pecori Giraldi, in occasione del Centesimo Anniversario della Prima Guerra Mondiale (1915-1918), fermamente voluto da un comitato pro-tempore composto da Marilisa Cantini (responsabile), Santi Malevolti, Aldo Giovannini, David Bandini, Ugo Arrighetti, Ferdinando Innocenti, Gianfranco Grossi, Francesco Noferini, Andrea Baluganti ed altri solerti collaboratori, sotto il Patrocinio del Comune di Borgo San Lorenzo, con la collaborazione della “Linea Gotica” di Scarperia, il Rotaract Mugello, il Comitato Pro tempore per il restauro dell’Organo “Stefanini 1696” e il contributo dell’Azienda “Boni & Rontini”. Le ultime due conferenze a Villa Pecori Giraldi sono vertite su due settori ben distinti. Sabato 6 giugno 2015 la presentazione del libro “Dio e Patria” di Antonio Margheri ( già sindaco di Borgo San Lorenzo per due legislature, ricercatore storico del territorio) e il giorno successivo domenica 6 giugno 2015, la conferenza di chiusura del prof. Ugo Barlozzetti sul tema: “A 100 anni dalla prima guerra mondiale” e il ricordo da parte di don Corso Guicciardini sulla figura di Don Giulio Facibeni: “la nascita di un’opera e don Facibeni cappellano militare sul fronte di guerra”. Molte persone - e non poteve esser diversamente - alla prima conferenza, poiché il libro di Antonio Margheri (Noferini Editore) era imperniato su un diario manoscritto sul fronte di guerra e sulla sua prigionia di Antonio Pini (“Tonino di bonchi”: 1885-1965) ), la cui limpida figura di Uomo di fede, è ancora ricordata in tanti “vecchi” borghigiani specialmente da coloro che ancora sono attivi nelle confraternite e nelle associazioni cattoliche dove Antonio Pini – onesto sensale e mediatore di bestiame – ne faceva parte oltre a fondare le leggendarie Leghe Bianche Cattoliche e non per ultimo la “Cooperativa San Lorenzo”, istituzione questa che dopo 95 anni è ancora in essere e in piena funzionalità commerciale. Relatori per ordine di intervento sono stati Riccardo Benvenuti (coordinatore), la nipote Daniela Pini, che ha commissionato questo libro ad Antonio Margheri (c’erano anche molti, famigliari, parenti e congiunti di Antonio Pini), l’assessore alla cultura Cristina Becchi, Adriano Gasparrini, Paolo Guidotti, il tutto intervallato dai componenti del Teatro Idea (Paolo Castelli, Lorenzina Baldi, Giancarlo Baldi, Gloria Barbati, con il sottofondo alla tastiera di brani patriottici di Marilisa Cantini), i quali hanno declamato alcune lettere di Antonio Pini dal fronte, per terminare quindi all’autore Antonio Margheri. Molto intenso, preciso, meticoloso e finalmente intellettualmente onesto l’intervento dello storico e scrittore borghigiano sugli avvenimenti, sui personaggi, sugli episodi, che hanno caratterizzato un epoca ormai lontana nel tempo e nello spazio, ma pur sempre vicina nel collettivo memoriale di tanti italiani. L’ultimo evento a Borgo San Lorenzo domenica 7 giugno 2015 sempre a Villa Pecori Giraldi, degno proscenio di questo anniversario, poiché ci sarà una appendice a Ronta come scriviamo più sotto, è stata la conferenza di Don Corso Guicciardini (92 anni!) e del Prof. Ugo Barlozzetti. Nonostante l’età avanzata don Corso, Superiore dell’Opera della Madonnina del Grappa, ha ricordato la grande figura di don Giulio Facibeni (prima dell’intervento è stato proiettato un breve ma significato documentario), il quale durante la Prima guerra mondiale, venne chiamato al fronte sul Monte Grappa come cappellano militare. In questo ruolo si prodigò per sostenere moralmente i soldati, soprattutto i feriti e i moribondi, senza badare ai rischi che correva, volendo dimostrare che se il sacerdote predica il sacrificio deve anche compierlo. Qui nacque in lui l'idea dell'Opera, ispirata dalla statua della Madonnina del Grappa. Tornato dunque alla Pieve di Rifredi a Firenze, nel 1923, essendo venuto anche a contatto con i molti orfani di guerra, maturò la sua vocazione, e presente il Cardinale Alfonso Maria Mistrangelo, il 21 ottobre 1923 pose la prima pietra dell'Opera, inaugurata ufficialmente il 4 novembre 1924. Questa in brevis la storia e la vita di don Facibeni; un grande prete, uno straordinario Uomo in considerazione per tutto quello che ha fatto, in guerra e in pace. Quindi l’intervento del prof. Barlozzetti, critico d’arte ed esperto di storia e strategia militare. Laureato in lettere moderne, dal 1969 ha insegnato storia dell’arte presso il Liceo Artistico Statale di Firenze. Fondatore e membro della segreteria dell’associazione degli amici del Museo Stibbert e membro del direttivo della Società Italiana Storia Militare (SISM), presidente del comitato scientifico del Museo del Figurino Storico di Calenzano, in passato è stato anche membro della commissione cultura del Comune di Firenze. Ha prodotto numerosi articoli e libri ed ha curato esposizioni su temi legati alla comunicazione della storia. Questa una breve biografia di questo conferenziere, il quale se avesse parlato tre ore di fila nessuno si sarebbe mosso. La sua anamnèsi è stata straordinaria; centrata ovviamente alla Grande Guerra, ma facendo osservare con parole semplici, davvero comprensibili, e senza mai ripetersi, ha preso per mano gli ascoltatori portandoli in quella che è stata la strada, quello che è stato il percorso, quelli che sono stati i motivi che ha portato l’Europa a questa immane tragedia. Una “Lectio Magistralis” che ha nobilitato tutta la programmazione del “Il Piave mormorò 1915: Un popolo in trincea”. Una frase però ci ha colpito alquanto nella sua definizione della mostra allestita nelle teche di Villa Pecori Giraldi da parte del prof. Ugo Barlozzetti: “ uno splendido esempio di educazione alla Pace”. La Prof. Marilisa Cantini è rimasta sorpresa e felicissima; ne aveva ben donde, dopo qualche infelice frase di qualche saputello ideologicamenete impegnato a dir bischerate. Domenica prossima quindi la giornata finale a Ronta di Mugello con il programma allegato alla locandina che pubblichiamo a corredo. Resta da dire, un grazie grande così a tutti coloro che hanno presenziato, a coloro che hanno lavorato, a coloro che hanno portato le loro testimonianze in tutti i lati e in tutti i settori. Con i libri presentati, con le tante immagini fotografiche scattate e filmati, con i copiosi articoli e recensioni pubblicati su quotidiani, settimanali, Siti Web, On Line, Giornali Portali, etc,etc, questa parentesi storica resterà indelebile nell’archivio storico di Borgo San Lorenzo in particolare e del Mugello in generale. L’intervento dell’autore del libro sul diario manoscritto di Antonio Pini, l’ex sindaco Antonio Margheri. Una sorpresa per Daniela Pini e la sua famiglia; ecco una immagine tratta dal nostro archivio davvero particolare e molto significativa, poiché raffigura il patriarca e i suoi figli durabnte lka Grande guerra. Foto n.1 (al centro) il capoccia Luigi Pini detto “bonchi” e tutti i suoi figli; foto n. 2 ( in alto) Antonio Pini l’autore del diario manoscritto; foto n.3 (a destra) Alfredo Pini; foto n.4 (in basso a destra), Cesarino Pini; foto n. 5 (in fondo) Cesarina Pini; foto n. 6 (a sinistra), Giovanni Pini e finalmente ( foto n. 7) Angiolino Pini. I relatori sulla storia del Cappellano Militare don Giulio Facibeni; da sinistra Paolo Toni Presidente dell’Unione figli della Madonnina del Grappa, il Prof. Ugo Barlozzetti e don Corso Guicciardini. Foto ricordo dopo la conferenza; da sinistra Ferdinando Innocenti, Santi Malevolti, David Bandini, Marilisa Cantini, Ugo Arrighetti, Prof. Ugo Barlozzetti, don Corso Guicciardini e Paolo Toni. La locandina dell’ultimo evento a Ronta di Mugello (Foto cronaca di A.Giovannini)
giovanni
Gentile Giovannini, recensione esauriente e molto attenta. Lei per molto accomodante, molto gentile nei suoi scritti, ricorda sempre tutti. Lei poco, molto poco per tutto quello che fa! Una cosa volevo dire della conferenza del libro di Margheri su Antonio Pini. Ero presente. Due interlocutori se non cerano era molto meglio. Si sono driblati da soli. Dormivano anche le seggiole. Mi stia bene, Giovanni